Una piccola chiesa nel cuore dell’Arenella

Un viaggio nel “Villaggio delle due porte”, alla scoperta di Santa Maria delle Grazie

Napoli è una città strana: basta un attimo, svoltare una curva, una rampa di scale, ed all’improvviso ci si trova catapultati in una realtà da favola e sembra quasi di fare un viaggio indietro nel tempo. È il caso della affollata è caotica Arenella, basta addentrarsi in una traversa di Via Domenico Fontana ed ecco che siamo di nuovo nel 1600: benvenuti nel villaggio delle Due Porte.

Già Carlo Celano, storico napoletano autore della monumentale opera “Notizie del bello, del curioso e dell’antico della città di Napoli”, scriveva nel 1692 di questo piccolo aggregato di case strette intorno due chiesette. Questa zona non è stata toccata molto dalla urbanizzazione che troviamo nel resto della Città e conserva ancora tantissimi spazi verdi: avventurarsi per questi vicoli significa perdersi in enormi terrazze, gatti che poltriscono al sole ed ovunque fiori, piante e alberi, nonché un panorama mozzafiato sulla valle della Sanità. Infatti all’orizzonte intravediamo lo Sky Line del Centro Direzionale, il centro storico dove spiccano le cupole, i tetti ed i campanili delle chiese (e da qui sopra si capisce perché Napoli è detta la città dalle 500 cupole) e la enorme basilica del Buon Consiglio, nonché subito dietro il Palazzo Reale di Capodimonte che ospita oggi il Museo.

Ha un nome particolare, che deriva secondo alcuni dalla presenza delle ville dei due fratelli Della Porta, i grandi umanisti del 1500; altri pensano che il nome derivi da “diporto”, cioè divertimento, ma è un termine più della tradizione fiorentina che napoletana. Alla fine, come insegna Guglielmo di Ockham, è la spiegazione più semplice quella giusta, ed ecco che le Due Porte all’Arenella si chiamano così perché ci sono due archi uno di fianco l’altro che conducono a due stradine parallele, cuore del piccolo borgo.

Una delle due chiese del villaggio è dedicata a Santa Maria delle Grazie. Non è enorme, è semplice e modesta ma racchiude al suo interno tre secoli di storia, fede e devozione dei contadini che qui venivano a pregare ed implorare Maria per un buon raccolto, per la salute dei propri cari o per ringraziarla dei favori che concedeva.

La chiesa venne fondata nel 1587 da Giovanni Tuccia, che donò un terreno ai Padri della Congregazione del beato Pietro da Pisa (meglio noti come i Girolamini), per costruire un Monastero ed un luogo di culto. In cambio, come testimonia la lapide in controfacciata, chiese per se è per i suoi discendenti la celebrazione di due messe a settimana. La vita qui scorreva lenta, scandita dai ritmi del lavoro dei campi. Dal 1799 fu però abbandonata e lasciata chiusa fino al 1820, quando venne comprata da don Giovanni Sarto che, in cambio del pagamento di 12 ducati annui, si impegnava a tenerla aperta e restaurarla. Se non fosse che… per cinque anni non pagò il compenso pattuito e venne così cacciato.

Fu allora presa in gestione dalla chiesa di Sant’Anna di Palazzo che garantiva messa settimanale fino al 20 agosto 1944, quando venne elevata a Parrocchia per interessamento del Cardinale Alessio Ascalesi e restaurata completamente.

Sull’altare maggiore troviamo una bellissima Madonna con Bambino tra i Santi Girolamo e Gennaro di un anonimo settecentesco, mentre a sinistra in una nicchia c’è la statua settecentesca di Sant’Anna con la Vergine Bambina. Non abbiamo chissà quale ricchezza di marmi o di opere d’arte, ma entrando si respira l’aria di semplicità e fede autentica tipica della Napoli di un tempo. Se passate di qui prendetevi dieci minuti di pausa ed entrate in questa piccola chiesina, vi assicuro che ne uscirete ricaricati e pieni di energia positiva

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    Piazzetta delle due porte, 16 Arenella
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