Da San Gennaro al Gesù Nuovo: il cuore pulsante di Napoli
di Maria Cristina Napolitano
Alcune delle più celebri mete turistiche napoletane si trovano lungo una delle strade più importanti ed antiche di Napoli: il decumano inferiore meglio noto come Spaccanapoli. L’itinerario che vi proponiamo, da svolgere a piedi per un tratto di circa 2 km, dal Duomo di Santa Maria Assunta, dove sono conservate le reliquie e il tesoro del Santo protettore della città, San Gennaro, percorrendo interamente il decumano inferiore, per arrivare a Piazza del Gesù Nuovo.
L’itinerario parte dal Duomo, uno dei siti pluristratificati meglio conservati di Napoli: sorto sulle basiliche paleocristiane di Santa Restituta e Santa Stefania inglobando a loro volta resti greci e romani. Imponente è la facciata con forme gotiche ricostruita più volte nel corso dei secoli. Da non perdere la visita alla monumentale Cappella del Tesoro di San Gennaro (visitabile anche quando il duomo è chiuso entrando dal Museo del Tesoro, con biglietto d’ingresso).
Nel transetto destro la Cappella del cardinale Arrigo Minutolo, uno degli ambienti gotici meglio conservati di Napoli, luogo scenico di una novella del Decamerone di Boccaccio. Al lato dell’altare con l’Assunta in marmo e stucco di Pietro Bracci, le scale permettono la discesa al Succorpo. Fatta edificare da Oliviero Carafa contiene le reliquie di San Gennaro. Uscendo nella navata sinistra c’è la basilica di S. Restituta di fondazione costantiniana. Da qui è possibile entrare nel battistero di San Giovanni in Fonte in cui è presente un’area archeologica con strutture databili dall’età greca sino all’alto medioevo.
All’esterno, a destra della Chiesa, vi è il Museo del Tesoro di S. Gennaro con un ricchissimo nucleo di oggetti esposti tra cui il famigerato tesoro di San Gennaro, valutato più di quello della regina d’Inghilterra e dello Zar di Russia. Il tesoro del Santo è stato oggetto di una famosissima commedia di Dino Risi, “Operazione San Gennaro”, con Nino Manfredi che tenta inutilmente un colpo al tesoro.
Alcune scene di questo film sono state girate nella Chiesa di San Filippo Neri, parte del Complesso dei Girolamini, seconda tappa del nostro itinerario. Dal Duomo è sufficiente attraversare la strada, al civico 142 entrare nel complesso conventuale dei padri Oratoriani o Filippini, seguaci di San Filippo Neri. Costruito a partire dal 1586, il complesso comprende: due chiostri, il “piccolo” e il “grande o degli aranci” per la presenza di un magnifico agrumeto, la Biblioteca e la Quadreria.
Da Via Duomo spostiamoci in Via San Biagio dei Librai, la famigerata Spaccanapoli, che se vista dall’alto sembra proprio “spaccare” Napoli in due parti. In realtà ricalca l’antico asse viario rivolto verso occidente, il decumano inferiore.
Procedendo sul decumano incontriamo il Monte di Pietà, costruito nel 1597-1605 da G.B. Cavagna, per combattere l’usura. All’interno del cortile una Chiesa e la cappella della Pietà, uno dei complessi artistici meglio conservati del periodo di transizione tra ‘500 e ‘600.
Superato il Palazzo Carafa, appartenuto a Diomede Carafa nel 1467, arriviamo in Piazza San Domenico, tra le più belle piazze di Napoli, molto viva sia di giorno che di notte. Al centro della piazza, la guglia di San Domenico, dedicata come ex voto per la peste nel 1656 e successivamente rielaborata da Cosimo Fanzago. Alla chiesa, di fondazione angioina, si accede da vico S. Domenico. Vale la pena soffermarsi ad ammirare in piazza il Palazzo Saluzzo di Corigliano (oggi sede di alcuni dipartimenti dell’Università Orientale), il palazzo di Sangro al civico 9 e il palazzo Petrucci al n. 3. Procedendo superiamo il palazzo Filomarino della Rocca dove morì nel 1952 Benedetto Croce, fondatore dell’Istituto italiano per gli Studi Storici che ha sede all’interno dell’edificio.
Da qui prepariamoci alla visita di uno dei monumenti più celebri di Napoli, il complesso di Santa Chiara, voluto da Roberto d’Angiò e dalla sua devotissima moglie Sancia. La visita è ricca di luoghi da scoprire: la chiesa francescana trecentesca e il meraviglioso chiostro maiolicato delle Clarisse, rimaneggiato nel ‘700 in stile rococò, il Museo dell’Opera di S. Chiara con resti di epoca romana di un complesso termale e altri reperti relativi alle fasi di vita del complesso religioso.
La visita si conclude nella Piazza del Gesù Nuovo dove nel centro dell’emiciclo è presente la guglia dell’Immacolata, antico retaggio delle macchine da festa di epoca barocca, e la Chiesa del Gesù Nuovo.