Esposti resti di eccezionale importanza per le indagini sulla preistoria campana
Il Museo Paleontologico di Magliano Vetere, in provincia di Salerno, è stato istituito nel 2009 in seguito al rinvenimento di una serie di importanti testimonianze fossili ritrovate nel territorio del parco cilentano.
Su proposta dei ricercatori che avevano svolto le ricerche, e grazie all’impegno del Prof. Sergio Bravi ricercatore presso l’Università di Napoli Federico II e attualmente direttore della struttura (nonché direttore
del Paleolab di Pietraroja) si richiese al comune di fondare il museo civico, istituito con fondi europei ed attualmente gestito dall’Associazione Onlus PaleoCilento.
Geologia, biologia, scienze naturali e una Sala Diorama contribuiscono a dare al Museo di Magliano Vetere un fondamentale ruolo didattico soprattutto per le scolaresche che possono vedere i resti delle ere preistoriche e la ricostruzione dell’ambiente di provenienza.
La struttura è articolata in quattro sale espositive, come ha spiegato Tulliana Maucione, socia dell’associazione, ad ècampania.it – di cui due di carattere introduttivo. Si passa dall’evoluzione della terra, dall’origine dell’universo fino alla comparsa della vita sulla terra, con diversi tipi di rocce nelle vetrine, sedimentarie, vulcaniche e metamorfiche. Compaiono in esposizione vari organismi dai più primitivi fino ai dinosauri e alcuni esseri estinti come i trilobiti, alcuni calchi di originali che si trovano invece al Paleolab di Pietraroja, in provincia di Benevento.
L’importanza dei reperti rinvenuti ed oggi conservati nel Museo hanno contribuito all’inserimento del Parco nella lista UNESCO dei Geoparchi.
Tronchi silicizzati, feci fossilizzate, ambre, fossili di ammoniti, alcuni reperti provenienti dall’Africa e ancora scatoline con sedimenti per far capire come si studiano i fossili, gli strumenti e le pubblicazioni che sono l’esito degli studi scientifici, offrono un panorama esaustivo per chi vuole approfondire lo studio e la scoperta di ere antichissime.
Si continua la visita nella sala con i fossili provenienti da Petina nella zona degli Alburni, dove sono stati trovati molti fossili tanto da essere considerato il giacimento più ricco; tra questi fossili di piante, pesci estinti e una pianta con fiori di estrema importanza perché per primi ad essere comparsi sulla terra.
I fossili di piante non si conservano generalmente per questo sono molto importanti per la ricostruzione della flora nel periodo Cretaceo (100 milioni di anni fa).
I fossili di Ottati negli Alburni restituiscono la testimonianza di una sola specie di pesce considerato un antenato della cernia relativo a 50 milioni di anni fa.
Anche l’ambiente è stato ricostruito sulla base di questi rinvenimenti: si trattava di una laguna costiera separata dal mare da cordoni di sabbia che ha permesso la conservazione dei fossili in ambiente umido e assenza di ossigeno.
Si procede nella sala dedicata ai fossili di Trentinara e Magliano Vetere. A Trentinara è stato trovato il fossile di gamberetto, il Palemon Vesolensis proveniente dal Monte Vesole che risale a 75 milioni di anni fa. Nelle vetrine ci sono rocce su cui si vedono delle macchie relative ai segni lasciati dai gamberetti, testimonianza di morie di massa perché questi esseri non riuscivano a sopravvivere.
A Magliano sono stati trovati per la prima volta in Italia fossili con piante e fiori di 90 milioni anni fa, considerati per questo motivo molto importanti. Questi resti ha aiutato la costruzione dell’ambiente antico che era molto caldo, quasi tropicale.
Nella Sala Diorama è visibile la ricostruzione dell’ambiente di provenienza dei fossili: mare aperto, spiaggia, foresta tropicale, in cui si può vedere come cambiava l’ambiente anche per quanto riguardava la flora con la riproduzione di numerosi dinosauri tra cui uno pterodattilo, un triceratopo e il piccolo ‘Ciro’ rinvenuto nel territorio beneventano di Pietraroja. Le ricostruzioni sono scientifiche con le dimensioni effettive degli animali.
L’associazione che gestisce il museo offre la possibilità di svolgere visite guidate e laboratori didattici per bambini di microscopia con microfossili rinvenuti nel territorio e scavo simulato, attraverso il quale è possibile apprendere le tecniche dello scavo geo-paleontologico.
Periodi di apertura del Museo
PERIODO ESTIVO
Da APRILE ad AGOSTO:
Venerdì 16:00/19:00
Sabato 10:00/13:00 e 16:00/19:00
Domenica 10:00/13:00
MARZO, SETTEMBRE e OTTOBRE:
Sabato 10:00/13:00 e 16:00/19:00
Domenica 10:00/13:00
Il museo è inoltre aperto nelle seguenti festività: 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 8 dicembre, Ognissanti, periodo pasquale e natalizio
N.B. Nei giorni di apertura il servizio di visita guidata non è garantito. E’ necessario prenotarlo almeno un giorno prima.
Per GRUPPI e SCOLARESCHE la prenotazione è obbligatoria, ma è possibile effettuare la visita in qualsiasi giorno della settimana.
PERIODO INVERNALE
Da NOVEMBRE a FEBBRAIO: solo su prenotazione
Costi dei pacchetti didattici
Visita guidata al Museo: euro 4
Tempo necessario: 1 ora circa per gruppo.
Visita guidata al Museo + Laboratorio di Microscopia: euro 5
Tempo necessario: almeno 1 ora e 20 minuti per gruppo.
Visita guidata al Museo + Laboratorio di Microscopia + Laboratorio di Scavo simulato: euro 8
Tempo necessario: almeno 1 ora 50 minuti per gruppo.