Napoli. Un quadro di Caravaggio all’Expo di Milano

Caravaggio come i Bronzi di Riace? L’Italia dei campanilismi al tempo dell’Expo. Dopo la polemica legata alla volontà di esporre a Milano il prossimo anno i Bronzi di Riace, scelta che ha mandato su tutte le furie parte dei calabresi, anche Napoli finisce al centro di una “trattativa” per esporre un quadro di Caravaggio all’interno del padiglione della Caritas per l’Expo 2015.

Il dipinto in questione è quello delle “Sette opere della Misericordia” realizzato da Caravaggio tra il 1606 e il 1607 per la congregazione del Pio Monte della Misericordia di Napoli, dove tutt’ora è esposto. L’idea della Caritas è quello di averlo nel proprio padiglione in occasione dell’esposizione mondiale del prossimo anno, ma a dover decidere sul “prestito” sono il Vaticano, la congregazione partenopea ed il ministero dei Beni Culturali.

Ma sul prestito si addensano già ombre di polemica, a sollevare il caso la deputata campana del Partito Democratico, Giovanna Palma che paventa “un tentativo di scippo al popolo napoletano”, e “un’incuria amministrativa” imputata al sindaco Luigi de Magistris.

A dire il vero nel corso del 1900 il quadro è stato dato in prestito già quattro volte e in un caso l’opera è stata esposta anche a Parigi, come spiega il sovrintendente del Pio Monte, Gianpaolo Leonetti, che è anche uno dei governatori della congregazione.

L’esposizione ad Expo 2015 nel padiglione della Caritas, gestito anche dal Vaticano e dalla Curia milanese, avrebbe come contropartita, accanto alle garanzie e tutele debite per un’opera che segna una rivoluzione nella pittura italiana, la creazione di un istituto per la degenza dei malati terminali, in linea con gli scopi di beneficenza della congregazione proprietaria dell’opera, fondata nel 1602.

Il motivo del prestito risiede nel fatto che il padiglione è dedicato alla “fame nel mondo”, e il saziare gli affamati è appunto una delle opere della Misericordia evocate dal Caravaggio. Un documento del ‘600 stabilisce che il capolavoro deve essere esposto in maniera permanente sull’altare maggiore della chiesa a pianta ottagonale di via Tribunali. Ora a decidere se potrà andare a Milano saranno in prima istanza in maniera collegiale i governatori dell’istituzione benefica, che ha anche una delle pinacoteche più belle e ricche di Napoli, poi il Ministero, oltre al permesso del Vaticano.

E come lo stesso Leonetti afferma non c’è nessuna pregiudiziale sull’esporre altrove le opere della congregazione “ma bisogna vedere come, con quali garanzie, in quale contesto”.

La deputata Giovanna Palma dal canto suo si dice d’accordo con Franceschini “quando sostiene che i visitatori di Expo devono essere invogliati a proseguire il viaggio lungo la penisola alla scoperta delle eccellenze culturali ed enogastrononiche essendo il tema di Expo proprio quello della nutrizione e del cibo – incalza l’esponente del Pd – ma mi chiedo quale sarebbe il ritorno per Napoli se le tele venissero trasferite a Milano. Si attivino piuttosto strumenti di che consentano di invogliare i visitatori a percorrere le strade italiane per scoprire gli immensi giacimenti culturali ed ambientali del nostro paese”.

Leave a Comment

Cerca Evento