Le tensostrutture a pianta circolare collocate nell’area degli scavi di Paestum per ospitare la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico durante il mese di novembre del 2014 sono oggetto di aspre critiche da parte degli specialisti. Ad esprimere un giudizio assolutamente tranciante è il Prof. Mario de Cunzo, storico e critico d’arte, docente di storia dell’architettura e dell’urbanistica presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, nonché ex Soprintendente per i beni ambientali e architettonici di Napoli dal ’91 al ’95, poi Soprintendente per i beni ambientali e architettonici, artistici, storici e demo antropologici di Puglia dal 2000 al 2002 e autorevole promotore dell’abbattimento dell’ecomostro del Fuenti (da cui si coniò il termine stesso di ‘ecomostro’). “Sono una schifezza” questo è il giudizio di de Cunzo riportato sul Corriere del Mezzogiorno; stonano evidentemente con il paesaggio archeologico e l’autorevole studioso si domanda come mai gli attuali soprintendenti in carica Adele Campanelli per i beni archeologici e Gennaro Miccio per i beni artistici, abbiano anche rinnovato l’autorizzazione a rimanere all’interno dell’area archeologica.
Già l’associazione Italia Nostra aveva manifestato forte indignazione per la ‘profanazione’ dell’area in cui a soli duecento metri dal tempio di Cerere spuntano tre enormi cupole geodetiche bianche.
È stato avvertito della questione il Ministro Franceschini con una lettera inviata dall’ex parlamentare di Forza Italia Gaetano Fasolino che ha dimostrato come l’installazione delle tendostrutture geodetiche sia abusiva in quanto la legge pone il vincolo dell’inedificabilità sulle aree interne ed esterne entro il limite di 1000 metri dalla cinta muraria pestana. Intanto il comune per l’acquisto ha acceso anche un mutuo trentennale.
Favorevole invece la deputata Pd Giovanna Palma che vede nelle strutture polifunzionali un’apertura in senso europeo e attuale dell’area archeologica, che è al centro di un evento annuale di importanza internazionale, quale appunto la Borsa Archeologica del Turismo.