È possibile conciliare qualità e quantità? Su questo tema è in corso di svolgimento la decima edizione de “Le Strade della Mozzarella”, il congresso internazionale di cucina d’autore andato in scena presso il Savoy Beach Hotel di Paestum.
Una due giorni in cui i migliori chef del panorama mondiale si sono resi protagonisti grazie ai prodotti tipici della Campania, su tutti, ovviamente, la mozzarella. Chef ma non solo, perché al centro dell’attenzione, accanto all’alta cucina, il palato dei presenti è stato stuzzicato anche altre eccellenze popolari, come la pizza, la pasta, il panino, i fritti e il gelato.
Cuochi, ristoratori e addetti ai lavori hanno dato dunque vita ad un interessante dibattito sul tema proposto per questa decima edizione da LSDM: il rapporto, spesso difficile, tra qualità e quantità. Voci ed esperienze dirette su nuove frontiere e nuovi spunti imprenditoriali che mirano al traguardo di far coesistere i due aspetti. Si è approfondito il lavoro su tecniche e tecnologie collegate ai grandi numeri e la percezione che il pubblico ha della ristorazione d’autore.
Dallo sguardo dei giovani, che rappresentano il futuro della cucina italiana, a quello di chi ha fatto delle scelte nette di autarchia e sostenibilità nella propria azienda. Dai nuovi format di consumo veloce in luoghi ad alta densità di pubblico al rinnovamento del concetto di “panino italiano”, fino alla grande rivoluzione della pizza napoletana, modello economico sempre più organizzato e di rilievo per il sistema delle imprese agroalimentari.
Abbiamo provato a farci raccontare l’esperienza sensoriale de “Le strade della Mozzarella” da alcuni maestri della cucina campana: lo chef Agostino Iacobucci, chef stella Michelin del ristorante “I Portici” di Bologna, il direttore del Consorzio Pasta di Gragnano IGP Maurizio Cortese e l’imprenditore Giuseppe Di Martino.