Ventotto tra uomini e donne uccisi, anche se del tutto estranei a ogni connivenza con il sistema o altro tipo di malaffare, raccontati da altrettanti autori, in un testo che per stessa ammissione della sua curatrice, Anna Copertino “non è un libro doloroso, ma un libro vero dove non abbiamo dovuto inventare nessuno, ma solo raccontare di persone che avrebbero voluto continuare a vivere la propria vita, gli autori hanno raccontato quello che realmente è accaduto”.
Tutto questo e molto di più è “Un giorno per la memoria” il testo edito da Homo Scrivens, è figlio di un impegno quotidiano che Anna Copertino, giornalista napoletana e al fianco di Libera, porta avanti da anni. Questa antologia è figlia della rubrica Vittime di camorra, inaugurata nel 2010 e realizzata con l’aiuto e le testimonianze di genitori, figli, amici, parenti delle vittime innocenti di malavita.
“Morti che troppo spesso vengono impropriamente definiti ‘uno scambio di persona’, come a voler giustificare l’errore umano, anche se compiuto per mano di delinquenti – si legge nel testo di presentazione della casa editrice. In un libro dove le storie di molti di loro, tratteggiate da autori famosi, ‘affidando’ a ognuno la memoria di una vittima”. Testo che ha ricevuto lo scorso maggio il premio Elsa Morante 2019 per l’impegno civile.
Dalla giovane Annalisa Durante, usata come scudo da un boss di Forcella, a mamma coraggio Teresa Buonocore, da Giancarlo Siani a Silvia Ruotolo ogni storia porta con sé il proprio messaggio drammatico, una richiesta di giustizia, ma allo stesso tempo mantiene viva la memoria, l’unica cosa che le mafie proprio non tollerano, perché – utilizzando le parole di Raffaele Cantone, che ha firmato l’introduzione del libro – mina il consenso sociale, demistifica la vulgata buonista e, al pari di una cicatrice, non consente di cancellare la ferita inferta”.