
Violette, la guardiana di un cimitero, ci conduce in un viaggio eterno, tra la vita e la morte
Violette è il nome della protagonista del libro di successo di Valérie Perrin “Cambiare l’acqua ai fiori“.
Donna delicata, sensibile e profumata, parla in prima persona e, pagina dopo pagina, il suo racconto prende forma e sboccia proprio come un fiore. Una donna e un cimitero. Violette ne è la guardiana. Lei ci conduce, capitolo dopo capitolo, ad una costante riflessione: la vita nella morte e la morte nella vita. Nella sua semplicità e, suo malgrado, sarà capace di alleviare dolori offrendo silenzio e the caldo a chi annega nella disperazione.
Violette sa curare le anime come cura con amore orti, giardini e tombe. I defunti per lei hanno volti, nomi e date e annota con precisione i dettagli di ogni funerale a cui assiste: sigilla l’esistenza in un diario di vite vissute. È la vita degli altri che fa emergere pian piano la sua. Dialoga continuamente con la morte perché l’ha conosciuta. La sua è un’esistenza spezzata nata già “rotta”.
Il titolo di ogni capitolo è una massima per il lettore: “Se ogni volta che penso a te spuntasse un fiore, la terra sarebbe un immenso giardino“, “Se la vita è solo un passaggio, almeno su questo passaggio seminiamo fiori”, “Tutti i cimiteri un giorno diventano giardino“. Ecco, i fiori sempre i fiori. Metafora dell’esistenza, dolorosa, spesso tragica fatta di inganni, di addii, di separazioni, ma anche di amicizie, di passioni e amori. I morti sono forse fiori spezzati ma, finché ci sono, vanno curati cambiando l’acqua. E per cambiare a volte ci vuole coraggio. Lo capirà lei. Lo capirà il lettore.
Violette, affrontando il suo passato, alla ricerca di risposte e di perché, ci insegna che infondo la verità è solo una: “non bisogna piangere la morte ma celebrare la vita”. La scrittura di Valérie Perrin sembra una musica. Poche battute. Pausa. Adagio, alto, andante. Le sue parole sono carezze, delicati fiori depositati sul cuore destinati a non appassire mai. Straordinario. La Perrin ha saputo seminare. Il suo fiore è sbocciato.