Castel dell’Ovo: il maniero incantato e l’uovo di Virgilio

Una delle leggende più affascinanti della storia di Napoli

Il poeta latino Virgilio a Napoli non è noto solo per le sue memorabili opere ma anche per le leggende che hanno accompagnato nei secoli la sua figura.

Mago e taumaturgo, protettore della città tanto da esserne considerato il patrono ancor prima di San Gennaro, a lui è collegata la prodigiosa costruzione delle terme di Baia e Pozzuoli, la perforazione miracolosa della Crypta Neapolitana, realizzata addirittura in compagnia di demoni e il prosciugamento di paludi insalubri che causavano la peste.

Forse per aver aderito al neopitagorismo, corrente filosofica e magica molto diffusa in tutta la Magna Grecia o per la passione per la religione e la divinazione , alla fama di sapiente si aggiunse presto la fama di mago nella tradizione popolare, ovvero un conoscitore dei segreti della natura utilizzati a fin di bene.

I suoi libri divennero presto fonti divinatorie, le sortes virgilianae, e assunse per il cristianesimo anche una veste oracolare, profetizzando la nascita di un puer, un fanciullo in grado di far risorgere in tutto il mondo un’età dell’oro, di pace e serenità.

Un anonimo autore nel XIV secolo dedica ai prodigi di Virgilio ben diciassette capitoli di un’opera la Cronica di Partenope. Tra questi segreti usati dal poeta mago per proteggere i napoletani, si racconta la storia di un uovo magico.

L’uovo in questione, collocato nelle segrete del Castello di Mare, nascondeva l’anima della città di Partenope e da esso ne derivava il destino della città.

L’integrità dell’uovo era custodita in una caraffa di vetro, a sua volta racchiusa in una gabbia metallica. Da questa tradizione è derivato anche il nome definitivo del castello a partire dal Trecento, Castel dell’Ovo, come si legge nella Cronaca: Come consacrò lo ovo al Castello de l’Ovo, dove pigliò il nome.

Se l’uovo si fosse mosso, anche la città sarebbe crollata. Un destino incrociato e un’importanza terribile rivestiva per i napoletani questo prezioso talismano, lasciato dal loro mago.

Ma gli studiosi di alchimia sostengono che in realtà il termine uovo filosofico indichi l’esoterico Athanor, piccolo contenitore di metallo o vetro utilizzato per la trasmutazione degli elementi primari in metallo prezioso, l’oro alchemico.

Le ricerche degli alchimisti avvenivano in genere nelle segrete dei monasteri e, a quanto pare, anche sull’isolotto di Castel dell’Ovo, Megaride, dove si racconta che vennero murate le spoglie di Virgilio profanate successivamente dai Normanni.

Qualunque sia la verità, rimane il fascino di una delle leggende più belle

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