La festa tradizionale per la patrona e la sfida tra i quartieri
Nel paese di Lapio, in provincia di Avellino, si festeggia Santa Caterina il 25 novembre con le Lumanerie, i grandi falò accesi in ogni quartiere in onore della patrona. Al passaggio della processione la città si illumina con i fuochi realizzati dall’intera comunità che si ‘sfida’ con la ‘lumaneria chiù sfiziosa’.
Il culto per Santa Caterina d’Alessandria è stato introdotto dai nobili Filangieri in età feudale che possedevano anche una reliquia, un molare portato in Italia dal barone Riccardo I, uno dei crociati al seguito di Federico II. La festa affonda le sue radici nel paganesimo e nel mondo contadino, che segna la fine di novembre come uno dei periodi di passaggio delle stagioni, il termine della vendemmia e l’arrivo dell’inverno.
Un tempo a Lapio la comunità si divideva i compiti nella realizzazione delle lumanerie: i più piccoli raccoglievano legna e fascine, i maschi approntavano i falò e le donne preparavano da mangiare dopo il rosario. Oggi la divisione dei compiti non esiste più ma la competizione per il falò più bello rimane e avvolge l’intera comunità e quanti vogliono assistere a questa antica tradizione. Il fuoco unisce la comunità in un incontro a metà strada tra il sacro e il profano, intorno ai falò che rappresentano il focolare domestico intorno a cui le famiglie si ritrovano nei tempi passati.
Raccontano gli organizzatori della ProLoco Lapiana, che ha organizzato anche quest’anno il tradizionale appuntamento insieme al Forum Giovanile: “ogni piazza avrà il suo falò, il fine è quello di rivitalizzare il paese e renderlo attento alle tradizioni dimenticate, attraverso lo stare insieme con cose semplici. Insomma, vuole essere una festa dei Lapiani e non solo, rendendoci ospitali nei confronti dei ‘non paesani'”.
La lumaneria più bella viene premiata dalla ProLoco con trofeo e vino.