I templi di Paestum, meraviglia dell’antichità

In visita alla città fondata dai greci nella fertile pianura a sud del fiume Sele

Furono i greci provenienti da Sibari a scegliere la fertile pianura a sud del fiume Sele per fondare una nuova città Poseidonia, agli inizi del VI secolo avanti Cristo.

Dopo la conquista dei lucani alla fine del V secolo a.C. fu la volta dei romani a partire dal 273 a.C. con cui la colonia acquisì il nome di Paestum. L’area attualmente visitabile è divisa in due aree sacre ed una pubblica. Le aree sacre sono occupate dai maestosi templi nell’area settentrionale e meridionale, mentre la parte pubblica è occupata dall’agorà greca a cui si sostituì il foro romano.

L’itinerario di visita parte dal santuario settentrionale visitabile raggiungendo l’ingresso nord nei pressi del Museo. Oltre al tempio e al suo altare è possibile vedere una colonna isolata posta al di sopra di una base a tre gradini ricostruita in maniera arbitraria in età moderna con materiale antico.

Il tempio dorico di Athena (Athenaion) c.d. di Cerere è realizzato in calcare locale e fu costruito alla fine del VI secolo a.C. Fu attribuito al culto dedicato a Cerere nel ‘700, successivamente sulla base del rinvenimento di statuette di terracotta che raffigurano la divinità, il tempio è stato attribuito alla dea Atena. Col passare dei secoli divenne probabilmente sede della più antica chiesa cristiana della zona fino all’abbandono e al riutilizzo delle strutture come stalla. A circa 30 metri dalla fronte del tempio è collocato l’altare di cui si conservano pochi resti. A sud est del tempio sono invece i resti di un tempietto arcaico.

Nella parte settentrionale della città compresa tra il santuario settentrionale a nord e il portico a sud resta un tratto di strada ben conservato che risale a un’età avanzata della città romana, così come il quartiere di abitazione che si sviluppa suoi lati.

Continuando in direzione sud si percorre la strada basolata su cui si incontra un Heroon, cioè una tomba vuota destinata al culto di un personaggio importante eroizzato dopo la morte. Procedendo verso la strada moderna si incontra la Casa con peristilio. Procedendo verso sud si trovano altri edifici pubblici e l’anfiteatro tagliato in due parti dalla strada fatta costruire nel 1829 dal governo borbonico e ancora in funzione. Oggi è visibile solo la metà occidentale, fu costruito nel I secolo d.C. e ampliato tra la fine del I e l’inizio del II d.C. Intorno all’arena in cui si svolgevano diversi tipi di spettacoli tra cui quelli gladiatori, corre una galleria funzionale ai servizi del monumento come ad esempio il passaggio di animali o attrezzature per gli spettacoli.

Uscendo dall’anfiteatro imboccando a sinistra una strada basolata si giunge nella piazza del foro, che era circondata su tutti i lati da edifici a carattere commerciale (tra cui le botteghe e il mercato coperto o Macellum) politico (il Comitium il più importante monumento pubblico della colonia latina in cui si svolgevano i comizi delle curie in cui si eleggevano i magistrati e i giudizi, la Curia e il tabularium ovvero l’archivio del senato), giudiziario (la Basilica) e religioso (il Tempio c.d. della Pace e i diversi sacelli).

La visita continua tornando verso sud in direzione del foro percorrendo il lato occidentale, al centro troviamo il Lararium (tempio dei Lari). In prossimità del foro si sviluppa un impianto termale pubblico.

Sul lato meridionale del foro c’è una stradina che prosegue verso gli altri grandi santuari dell’area sacra, il c.d. Tempio di Nettuno è quello meglio conservato, si è indubbio su quale sia la divinità a cui era dedicato se Apollo o Zeus è in stile dorico e si articola in due vani pronao e cella. Ad est si trova il più grande del tempi di Paestum il tempio di Hera detto Basilica già nel ‘700 ma senza fondamento, sulla base dei rinvenimento compiuti nelle vicinanze del tempio si pensa che possa essere stato dedicato ad Hera.

Terminata la visita dei monumenti all’interno delle murail visitatore può recarsi verso la cinta muraria, una delle meglio conservate in Magna Grecia, lunga 4.8 metri.

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