Archeologia e virtuale si incontrano tra installazioni, ologrammi e scenografie
Il Museo Archeologico Virtuale di Ercolano si trova nell’ex edificio scolastico Iaccarino a pochi passi dall’area archeologica ercolanese e va a integrare l’offerta di visita alla città. Oggi è gestito dalla Fondazione CIVES ed è composto da scenografie e istallazioni in realtà virtuale sulla storia dei siti della provincia di Napoli che permettono al visitatore di rivivere l’epoca romana attraverso l’esperienza visiva, uditiva, tattile, olfattiva. Il percorso cura l’approfondimento di vari aspetti delle città antiche, dalla parte pubblica a quella privata entrando nel dettaglio delle domus (come la Casa del Fauno, la Casa del Citarista di Pompei, la Casa del Poeta Tragico, la Casa del Labirinto) e delle maestose ville di epoca romana (tra cui le meraviglie della Villa dei Papiri).
Nei video allestiti durante il percorso è possibile osservare il funzionamento delle terme romane, con la ricostruzione degli interni e i sistemi di riscaldamento degli spazi. Nei filmati si vedono due momenti, uno che definisce lo stato attuale dei monumenti ed un altro in cui si delinea la ricostruzione delle strutture. Alla base del lavoro di ricostruzione virtuale c’è lo studio archeologico, che definisce la correttezza scientifica delle ricostruzioni. Si abbrevia così tra l’oggetto visualizzato e lo spettatore, quella distanza che può crearsi tra il monumento culturale e la sua effettiva comprensione. Il mondo virtuale cala lo spettatore in una affascinante viaggio nel tempo in cui non è inconsueto veder comparire dei personaggi che animano quelle strutture che diversamente resterebbero dei vuoti contenitori. Così compare la matrona che srotola un papiro per poterlo leggere nella sezione dedicata alla grandiosa Villa dei Papiri, una struttura che godeva di una meravigliose posizione immediatamente a ridosso del mare, in alto a godere del panorama sul golfo. Nella villa il maggior rinvenimento è stato il corposo nucleo di papiri che, protetti dalla cenere dell’eruzione del 79 d.C. si sono conservati fino alla riscoperta nel ‘700 ad opera dei Borbone. Il MAV ha ricostruito una sezione con la scaffalatura che doveva contenere i 1800 papiri rinvenuti e in un video la macchina inventata da Padre Antonio Piaggio per aprire i rotoli carbonizzati.
Altre macchine di particolare interesse, quella che restituisce gli odori del peristilio della villa, un profumo di fiori che si irradia spargendo le essenze tipiche della casa romana e il software iRealTime3d che permette l’esplorazione degli ambienti con il movimento del corpo. Si svelano così gli affreschi pulendo la superficie dalla coltre di cenere o si interagisce con dei tavoli virtuali, particolarmente apprezzati dai piccoli fruitori del museo. Con la tecnica degli ologrammi si possono ammirare alcuni esempi dei gioielli e dei preziosi recuperati negli scavi. Una tenda nasconde un settore ‘licenzioso’, in cui sono le installazioni video del lupanare di Pompei con le donne in attesa dei clienti nei vari angusti ambienti e gli affreschi con soggetto erotico rinvenuti a Pompei.
Si passa attraverso la nube ardente che colse le popolazioni vesuviane nel loro ultimo istante di vita nel 79 d.C. oppure sul mosaico con soggetto marino delle terme immerso nell’acqua, che come avverrebbe nella realtà si muove col movimento umano. Al secondo piano della struttura i visitatoti terminano il percorso virtuale con un filmato che ricostruisce il tragico evento del 79 d.C. basato sul racconto di Plinio il Giovane nelle lettere a Tacito e fa riferimento alle ricostruzioni scientifiche dell’Istituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia.