Sulla collina del Vomero è situato il villino neorinascimentale che appartenne al grande commediografo e attore napoletano
Avete mai percorso via Luigia San Felice? È una piccola stradina situata sulla collina del Vomero che si “tuffa” lentamente verso il Petraio, il famoso percorso fatto di scale, panorami e giardini sorto nel luogo di un antico alveo torrentizio. Controllata dall’alto da Castel Sant’ Elmo e circondata da villini liberty dai colori delicati, la via ospita, fra i tanti, un edificio dall’architettura un po’ più eclettica, meno liberty e più (neo) rinascimentale.
È Villa La Santarella, che appartenne ad Eduardo Scarpetta, straordinario attore e commediografo napoletano dei primi del ‘900. Bicroma, in una tonalità doppia di grigio e ruggine, la villa fu costruita su precise indicazioni dello stesso Scarpetta, pagata con i proventi ricavati proprio dal grande successo riscosso in teatro con la sua commedia così intitolata, Na Santarella. La fece costruire in un luogo solitario ed isolato dove filtrava l’accecante luce del golfo. La villa ha una caratteristica pianta quadrata, tre piani, decorazioni in stucco e quattro torrette merlate che la rendono un piccolo castelletto.
Oggi non appartiene più ai discendenti, è un’ invidiabile abitazione privata ma, per tutti resta la villa di Scarpetta, anche perchè reca ancora sulla facciata una piccola scritta che sottolinea tutto il carattere ironico e geniale del suo originale proprietario: “Qui rido io“. Pare che sia stata una frase voluta dall’attore pensando proprio al suo ruolo ed alle tante commedie portate in scena che avevano fatto invece ridere gli altri, il suo pubblico.
Le cronache locali raccontano che, nel giorno di Santa Maria, per festeggiare il nome della sua amata figlia, si svolgevano incredibili feste in presenza anche di scrittori e poeti che gareggiavano tra loro, in cambio di premi messi in palio dal proprietario, inventando sonetti dedicati alla giovane. Tutta Napoli aveva di che raccontare, un evento che si percepiva, dalla città “bassa” che la guardava da lontano, come una sorta di “nuovo Capodanno” visti anche i tanti spettacoli pirotecnici che cominciavano allo scoccare della mezzanotte. La Santarella esplodeva di luce e colore e si mostrava, al resto della città assopita, come luogo di eleganza e gioia. Un altro spettacolo era servito.
Eduardo Scarpetta abitò qui, tuttavia, per poco tempo prediligendo un’altra dimora situata in un luogo meno appartato e più mondano. Vox populi racconta che la casa fu venduta invece a causa di alcuni debiti di gioco ma tanto è bastato per rendere questa villa la vera star della via che oggi, popolarmente, dà il nome a tutta la via. La villa venne acquistata da un altro uomo illustre, il filologo Francesco Sbordone che lavorò con passione al recupero dei papiri dell’antica città di Ercolano.
Eduardo Scarpetta ha inventato il teatro dialettale napoletano e fu interprete di personaggi immortali come Felice Sciosciammocca. Capostipite della famiglia Scarpetta – De Filippo, è il padre di Eduardo, Peppino e Titina. Con le sue battute ha immortalato pregi e difetti di un popolo intero. Beh, è stato capace di immortalare anche questa villa: “me pare nu comò sotto e ‘ncoppa!”, disse osservandola un giorno da altra prospettiva.
E così, quel castelletto un pò tozzo e squadrato, che si distingue chiaramente guardando da Piazza Amedeo o Via dei Mille verso la collina del Vomero, è il comò “sottosopra” di Eduardo Scarpetta.