Il legume viene coltivato e prodotto solo a San Lupo in provincia di Benevento
Il “fagiolo della Regina” un nome alquanto curioso quello assegnato ad un legume che in Campania viene coltivato e prodotto a San Lupo, borgo di appena 900 abitanti in provincia di Benevento e che annualmente è al centro di una sagra enogastronomica.
Il fagiolo che viene seminato tra il mese di giugno e gli inizi del mese di agosto, fiorisce dopo almeno 20 giorni dalla semina. Questo legume attecchisce esclusivamente in questo territorio collinare sannita, grazie soprattutto alle particolari caratteristiche climatiche, ma anche del suolo.
Secondo quanto racconta la Pro Loco di San Lupo, che nel 2007 ha dato alle stampo un libro dal titolo “Il Fagiolo della Regina, storia caratteristiche e culinaria”: “il modo ideale attraverso il quale in questi luoghi si preparano i fagioli della Regina consiste nel cucinarli dopo averli tenuti in ammollo per almeno 12 ore, in un’acqua che va cambiata frequentemente, dopodiché l’ideale sarebbe versarli in un recipiente di terracotta e collocarli nel camino accanto alla fiamma; vicino deve essere sistemato un altro analogo recipiente, con sola acqua; durante la cottura, con un mestolo di legno, occorre integrare l’acqua che evapora dalla pentola con i fagioli, prelevandola dal secondo recipiente; la durata della cottura è di circa due ore e poco prima di terminare bisogna aggiungere un pizzico di sale”. Insomma l’ideale è recarsi in questo borgo sannita nel mese di luglio quando la cittadina celebra questo legume.
La tradizione popolare narra che il nome utilizzato per etichettare questo legume risalga ad un fatto storico avvenuto nel XVIII secolo, quando un certo Achille Jacobelli, noto personaggio sanlupese di quei tempi. Il cavaliere frequentante la corte del re Federico II di Borbone nonché uomo stimato dalla regina Maria Teresa, alla quale pensò di donare un sacchetto di fagioli, frutto della sua terra d’origine.
La Regina favorevolmente sorpresa dal gesto volle ringraziare il cavaliere e alla richiesta del nome di quei legumi, Achille Jacobelli rispose: “Maestà, da oggi in poi, questi fagioli, in vostro onore, saranno chiamati, Fagioli della Regina”.