“Sarà importante per noi guide comprendere e cogliere l’opportunità che la tecnologia offre”
Arcangelo Pisano, abilitato sia come accompagnatore turistico che come guida turistica, lavora da più di dieci anni alla scoperta delle bellezze del territorio campano: “Spesso quando dico il lavoro che svolgo, tutti mi rispondono ‘bello’, ‘divertente’; ma ci vuole anche tanto studio, passione, capacità organizzative e relazionali. Io personalmente non avrei mai potuto svolgere questo lavoro se non avessi fatto teatro e senza le competenze acquisite con il mio percorso di laurea in economia del turismo”. I suoi tour sono, potremmo dire, a 360 gradi: “Preferisco i tour che prevedono, oltre alla visita ad un monumento, anche le visite nelle botteghe storiche, nelle cantine, nei tanti negozi artigianali. Quando i turisti conoscono da vicino le persone che lavorano sul territorio, si crea un’esperienza di visita che costituisce un valore aggiunto”.
Lontano dai vicoli di Napoli per la quarantena trascorre le giornate nella sua casa a Pozzuoli: “Mi sono dato delle piccole abitudini: la mattina lavoro al mio sito internet aggiornandolo con nuovi itinerari, mentre il pomeriggio mi dedico alla lettura e a qualche esercizio fisico”. Il suo quartiere ha risposto con solidarietà e rispetto alle nuove norme: “Vedere le strade deserte, fa un certo effetto, e a dire il vero, mi sto anche affezionando all’idea di non vedere più il traffico”. Rimanere a casa è giusto e necessario ma la nostalgia è inevitabile: “Mi manca camminare. La sedentarietà non è fatta per noi guide. Soprattutto mi manca Cuma e prendere la bicicletta per andare al lago d’Averno”.
Ovviamente già adesso immagina come sarà il turismo nella fase successiva: “Credo che tutti sperano di tornare a lavoro quanto prima, anche se forse non avremo più quella normalità a cui eravamo abituati. Sentendo telefonicamente molti operatori del settore, abbiamo discusso sui seguenti aspetti: turismo nazionale, la scelta di mete ‘alternative’, l’utilizzo di piattaforme social e ingressi contingentati. Sono queste le variabili che condizioneranno il lavoro di tutti gli operatori turistici. Per arrivare ai numeri pre-covid bisogna attendere forse più di un anno, quando la situazione internazionale si sarà stabilizzata”.
“Prima della pandemia si stava affermando un fenomeno di marketing chiamato undertourism, cioè la scelta di mete ‘alternative’ che siano anche vicine alle destinazioni classiche, ma con una maggiore attenzione al turismo sostenibile. È ragionevole pensare che questo orientamento rimarrà anche nella fase 2. Per questo motivo ho lavorato inserendo sul mio sito internet mete classiche ma anche destinazioni come i Campi Flegrei che potrebbero avere l’attenzione che giustamente meritano. Una delle cose che mi ha fatto riflettere è stato vedere come i luoghi preposti alla cultura, dai teatri ai musei, hanno utilizzato maggiormente i propri canali per promuovere, divulgare e intrattenere. Sarà importante anche per noi guide comprendere e cogliere l’opportunità che la tecnologia offre”. Insomma il suo impegno fa davvero sperare che questa non sia una caduta, ma un’occasione per tante novità.