Il terremoto del 1980 distrusse il vecchio borgo facendo emergere i resti di epoca romana
Quei novanta lunghi, lunghissimi secondi che quel maledetto 23 novembre 1980 segnarono per sempre l’esistenza di intere generazioni e paesi, a Conza della Campania, epicentro di quella scossa, hanno manifestato il potere della natura di distruggere, ma anche di creare.
Si perché in questa vasta area collinare presso il fiume Ofanto in Irpinia, dopo quel terremoto, che distrusse il 95% del patrimonio edilizio e urbano, riaffiorarono dalle macerie della vecchia città, ovvero le rovine dell’insediamento di epoca romana, l’antica Compsa.
Conza della Campania, completamente ricostruita a valle, oggi custodisce nel borgo che fino a quel 23 novembre 1980 era il centro cittadino, un’area archeologica dove strato su strato si sovrappone l’antico e il moderno dando vita ad un luogo ricco di fascino e suggestione, dove i resti dell’antica Cattedrale si sovrappongono all’antico foro romano, dove alcune case sventrate dal sisma, assieme alle maioliche dei bagni e agli arredi domestici, sorgono accanto alle antiche terme di epoca romana.
Le ruspe che spianavano la collina dalle macerie della scossa hanno portato alla luce quello che era l’antichissimo insediamento: rovine romane, sovrapposte a quelle medievali e una necropoli sono ancora oggi oggetto di studio e di scavo. Scoperte che indussero nel 1988 a sottoporre a vincolo archeologico tutta l’area e nel 2003 è stato inaugurato il “Parco Storico e Archeologico di Compsa”.
Oggi, grazie ai volontari della Pro Loco ed ai ragazzi del servizio civile, è possibile effettuare una visita guidata al borgo. Incamminandosi lungo la vecchia strada di epoca romana si arriva nell’area della Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo costruita sull’antico foro di epoca romana. Nella chiesa sono visibili decorazioni di probabile origine bizantina. Nella parte scavata sotto la pavimentazione settecentesca sono presenti alcune sepolture, tra cui un sarcofago di pietra calcarea, ed un blasone medioevale.
Da qui, la visita prosegue, verso un edificio, uno dei pochi ristrutturati dopo il terremoto del 1980, che oggi ospita il Museo che contiene gran parte dei reperti ritrovati. Con l’ausilio di pannelli esplicativi è possibile apprendere la storia dell’antica Compsa e degli scavi archeologici, ma anche conoscere la Conza pre-terremoto attraverso alcune foto in bianco e nero ed altre scattate nell’imminenza dell’evento. Nell’ultima sala è possibile ammirare un plastico che descrive esattamente il borgo di Conza prima della scossa che portò morte e devastazione, furono, infatti, 184 le persone che persero la vita. Un passato che non si può dimenticare, ma da quale si può ricominciare.
Informazioni
Il Parco Storico ed Archeologico di Compsa è sempre visitabile su prenotazione. Il Parco è aperto al pubblico secondo i seguenti orari: 10.00-13.00 e 16.00-19.00 (nel periodo primaverile, l’orario pomeridiano per i giorni a prevedibile flusso turistico è 15.00-18.00). La prenotazione va effettuata ai seguenti recapiti: 0827.39399, 349.3583469, prolococompsa@libero.it. Il costo del biglietto è di 3 euro.