Gli scavi archeologici a nord di Napoli, primo stanziamento dopo Pithecusa
La fondazione di Cuma avvenne nel 730 a.C., ad opera di un gruppo di coloni greci che in un primo momento si era stabilito a Pithecusa (oggi Ischia), fondando un porto commerciale. In seguito però, a causa dei numerosi movimenti tellurici, i coloni decisero di spostarsi sulla terra ferma. Secondo Stazio, sarebbe stato il Dio Apollo sottoforma di colomba, a mostrare la via per la nuova colonia, che si chiamerà Kime (onda). La polis era protetta su tre lati da pizzi a strapiombo sul mare e dalla Silva Gallinara. Kime raggiunse il suo massimo splendore tra il IV ed il V secolo a.C., determinando il controllo sull’allora detto Golfo Cumano. La sua politica espansionistica però, causò il malcontento degli Etruschi, che si erano stanziati a Nola, Nocera e Capua, generando un terribile conflitto. Dopo due sanguinose battaglie (524 e 504 a.C), i cumani trionfarono definitivamente sugli Etruschi nel 474 a.C. Superata una minaccia, ne arrivò presto un’altra.
Nel V secolo a.C., giunsero sulla scena i Sanniti, popolo selvaggio che in poco tempo sottomise quasi l’intera regione, inclusa Cuma, che cadde sotto il suo dominio nel 421 a.C. In seguito alle Guerre Sannitiche, che videro Roma trionfare sugli invasori, Cuma ottenne l’enorme privilegio della Civitas Sine Suffragio (cittadinanza senza diritto di voto), ma fu durante l’impero di Ottaviano Augusto, che la polis ricoprì un ruolo fondamentale. Infatti tra il 37 ed il 38 Cuma divenne la roccaforte dell’imperatore, il quale era impegnato in una sanguinosa battaglia contro Sesto Pompeo. Dopo una prima sconfitta nello stretto di Messina, Augusto ordinò a Marco Vipsanio Agrippa la creazione di una nuova flotta e di un nuovo porto militare. Venne così inaugurato il Portus Julius, realizzato collegando attraverso canali navigabili il Lago D’Averno al Lago di Lucrino e quest’ultimo al mare. Agrippa progettò anche lo scavo di numerosi tunnel per facilitare gli spostamenti delle truppe. Tuttavia, dopo la fine dell’impero, a causa delle invasioni barbariche e del diffondersi della malaria, la zona venne gradualmente abbandonata, fino al 1207, anno in cui venne definitivamente rasa al suolo dai Napoletani, per stroncare l’attività piratesca che vi si era insidiata. Passarono i secoli e delle rovine di Cuma si perse la memoria, fino a quando nel 1853, per volontà del principe Leopoldo, fratello di re Ferdinando II, iniziò una prima campagna di scavo, ma bisognerà attendere il 1912 per una vera e propria esplorazione dell’acropoli. Negli anni ’50 si iniziò a scavare anche nella parte bassa della città, attualmente non visitabile. La visita inizia dal cd Antro della Sibilla, galleria rettilinea a sezione trapezoidale, esplorata da Amedeo Maiuri nel 1932.
L’archeologo volle riconoscere in essa il luogo in cui la celebre Sibilla, sacerdotessa di Apollo, riceveva i suoi fedeli e praticava i suoi vaticini. Secondo la leggenda, il Dio del Sole, innamoratosi della Sibilla, le promise tanti anni di vita quanti i granelli di sabbia all’interno della sua mano. La donna accettò, divenendo sua sacerdotessa ma dimenticò di chiedere anche la giovinezza. Fu così che divenne sempre più vecchia e rugosa, fino a quando non ne restò solo la voce. La galleria è in realtà di un’opera militare, realizzata per proteggere l’approdo, con l’utilizzo di cannoni posti sulla terrazza antistante. Sul lato opposto si apre la Cripta Romana, galleria di 180 m, straordinaria opera di ingegneria, collocata tra le opere di potenziamento militare realizzate in epoca augustea. Attraverso la Via Sacra, percorso che conserva i basoli originali, inizia poi la salita verso l’Acropoli.
Superato il belvedere, con una splendida vista sull’isola d’Ischia, si giunge alla prima terrazza, dove si possono ammirare i resti del Tempio di Apollo, che secondo Virgilio, sarebbe stato costruito da Dedalo. Il tempio aveva colonne trilobate ed era alto quasi 12 m, nei giorni senza foschia era visibile persino da Ischia. Del maestoso edificio, oggi resta soltanto il basamento. In età augustea venne completamente ricostruito, mentre con l’avvento del cristianesimo, fu convertito in basilica paleocristiana. Nei pressi del tempio, una struttura di forma semicircolare, costituiva probabilmente una schola, luogo dove i figli dei personaggi più illustri, potevano ricevere l’educazione, mentre un ambiente ipogeo, considerato in un primo momento una cisterna, sarebbe invece un Thesaurus, luogo dove i fedeli potevano depositare i loro ex voto. Continuando la salita si giunge al Tempio di Giove, dedicazione completamente priva di fondamento. Su un primo nucleo di epoca greca, il tempio venne completamente ricostruito in epoca romana, per poi essere trasformato un basilica paleocristiana. È ancora visibile la vasca profonda 70 cm e larga 3, utilizzata per il rito del battesimo.
a cura di Alessia Crocifoglio
Intero singolo sito: 4 euro
Ridotto singolo sito: 2 euro
Intero cumulativo Circuito flegreo: 8 euro
Ridotto cumulativo Circuito flegreo: 4 euro
Orario di apertura: 9.00