Viaggio alla scoperta dell’agriturismo-azienda agricola di Teano che ha fatto della sostenibilità la sua filosofia
Teano è un luogo che evoca incontri, il più famoso è di sicuro quello tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II. Incontri tra punti di confine che si uniscono per dare forma e sostanza a qualcosa di diverso. In questa valle, porta della Campania e culla dell’Unità d’Italia, da oltre duemila anni la vite trova il suo terreno fertile, grazie al suolo vulcanico del Roccamonfina e la salubrità dell’aria. In questa terra di incontri attraversata dal tratto antico dell’Appia, protetto da un filare di viti si annida I Cacciagalli.
In questa azienda agricola e agriturismo tutto il bello che trovate è frutto di un incontro, quello tra Diana, che dopo una laurea in agraria decide di riannodare i fili della sua famiglia, e Mario, sommelier e appassionato di vini.
Quasi 35 ettari di superficie agricola, dove si producono vino, olio, nocciole, pomodori, ceci e castagne, due masserie (ex case coloniche risalenti al settecento e l’altra ad inizio ottocento) che oggi ospitano camere e un ristorante, e un bio-lago balneabile con acqua depurata.
Sostenibilità e biodinamica
Un’azienda agricola con una solida filosofia dove si è deciso di lasciar spazio alla natura, applicando in vigna i principi e le pratiche dell’agricoltura biodinamica e dove il vino viene affinato in anfore di terracotta.
“Qui tutto segue il principio della sostenibilità. Tutta l’azienda è biodinamica non utilizziamo prodotti di sintesi, ma solo formulati di origine naturale organica che hanno lo scopo di migliorare la fertilità del terreno” – ci spiega Diana Iannaccone, che dal giorno dopo la laurea in agraria ha voluto “riallacciare i fili con il passato della mia famiglia, dopo che per una intera generazione tutto era finito in stato di semi-abbandono. Ho ripreso i terreni che erano stati di mio nonno fino agli anni ’90 ricostruendo pian piano la superficie vitata”.
Tutto è iniziato nel 2004 da due ettari e mezzo, ovvero circa 15mila bottiglie all’anno entrate in commercio solo nel 2010, dopo un lavoro di ristrutturazione aziendale e da un amore nato proprio in vigna “con Mario, mio marito, che oggi condivide con me questa esperienza” – continua Diana.
Le anfore di terracotta
Come ci spiega Mario Basco è una “tecnica antichissima quella dell’utilizzo della terracotta, che ci permette di dare ai vini una grande espressività e non subire cessione di aroma, né di altre sostanze. In cantina esaltiamo il lavoro fatto in vigna, attraverso lievitazioni naturali, non aggiungendo additivi o lieviti”. Qui è il vino che parla, trasmette emozioni e viene fuori il suo reale valore.
Un’esperienza unica, oltre quella di tuffarsi nel bio-lago balneabile, è visitare l’anforaia dove è possibile ammirare i tre tipi di anfore che I Cacciagalli utilizzano per la loro produzione.
Il fascino dei contenitori tanto cari agli antichi romani sono sistemati lungo la grande cantina costruita all’interno dell’agriturismo e dove sarà possibile ammirare alcune anfore di terracotta pura, prodotte in Toscana, seguendo il metodo della colombina già utilizzata dagli etruschi, oppure altre provenienti dal Trentino e che sono un mix di terracotta e ceramica fatte a stampo, o quelle in ceramica.
Dal Piedirosso alla Falanghina, dall’Aglianico al Pallagrello Nero, fino al Fiano, a I Cacciagalli Diana e Mario possono consigliarvi un percorso attraverso i vini biodinamici, fermentati e affinati per almeno un anno in terracotta, ceramica o cemento prima di arrivare in bottiglia, e che potrete degustare insieme a tante pietanze preparate con sapienza e maestria nel ristorante dell’agriturismo.
Insomma un’ottima occasione per essere protagonisti di un incontro con la sostenibilità e per scoprire la bellezza dell’agricoltura biodinamica.