I reperti delle città vesuviane sepolte dall’eruzione
Il 30 maggio è stata presentata una nuova sezione del Mann che da finalmente voce ad una parte del Museo fino al momento poco valorizzata: gli sterminati depositi dove sono conservati migliaia di reperti dalle città vesuviane sepolte dall’eruzione del 79 d. C., molti dei quali mai esposti al pubblico.
Al momento sono esposte solo sessanta opere, ma pian piano l’allestimento si arricchirà e saranno finalmente visibili straordinarie ed incredibili bellezze. La mostra è divisa in due sezioni: il giardino e la domus ed i gladiatori.
Nella prima si riflette sull’importanza degli spazi verdi nel mondo antico: pensati originariamente come orti domestici, divennero successivamente luogo di coltivazione dei fiori e ideale scenografia per leggere e discutere di filosofia o politica. I giardini vennero così ornati di statue, edicole votive, fontane, vasche, le decorazioni delle pareti divennero selve lussureggianti dove vennero dipinte scene tratte dalla mitologia. Sin dagli scavi archeologici settecenteschi vennero ritrovati, sotto i lapilli, sculture di Veneri, Amorini, Satiri e Sileni e particolari decorazioni dette Oscillum, dei pendenti di marmo che ornavano i giardini e raffiguravano Menadi danzanti, scene di banchetti o Vittorie alate.
Nella seconda sala è poi esposto un particolare reperto: una cassaforte decorata con amorini e personaggi dionisiaci, ritrovata a Pompei nella Casa di Gaio Vibio Italo. Siamo abituati a concepire questo oggetto come un qualcosa da nascondere, ma nel mondo antico non era così. La cassaforte veniva collocata all’ingresso, aperta e ricolma di tutte le ricchezze della casa. Tutti coloro che entravano dovevano vedere la magnificenza e la opulenza del padrone di casa.
L’altra sezione è invece dedicata al mondo dei gladiatori: uno degli spettacoli preferiti dagli antichi erano appunto questo genere di giochi, come testimoniano i numerosi graffiti ritrovati a Pompei. Nel 1766 fu ritrovata anche la Caserma dove questi uomini si allenavano e gli scavatori riportarono alla luce elmi, scudi, schinieri, spade che ci permettono di ricostruire le diverse tipologie di gladiatori. Alcuni di questi splendidi reperti sono esposti nell’ultima stanza della Mostra.