A ridosso della facciata di Palazzo Reale, un neonato di marmo rannicchiato su se stesso
Da qualche settimana chi attraversa piazza Plebiscito a Napoli non può fare a meno di notare, a ridosso della facciata di Palazzo Reale, la presenza di un grande neonato di marmo, nudo, rannicchiato su se stesso, apparentemente fragile ed esposto alle intemperie del mondo esterno, siano esse metereologiche o virologiche. È opera di Jacopo Cardillo, in arte Jago, noto scultore di matrice iperrealista nativo di Frosinone, che negli ultimi anni ha vissuto e lavorato tra New York e il rione Sanità, a Napoli.
Circa il suo significato, l’artista ha in un primo momento mantenuto un atteggiamento criptico, lasciandone libera lettura e interpretazione a chi guarda e affidando dunque tutto il messaggio al semplice ma potente impatto suggestivo dell’estetica dell’opera. Non è la prima volta che Jago affronta tematiche di questo genere: risale all’anno scorso, infatti, Figlio Velato, scultura anch’essa in marmo, donata alla città di Napoli e posta nella cappella dei Bianchi della chiesa di San Severo, chiaramente ispirata al Cristo Velato di Sammartino.
Andando più a fondo nella lettura dell’opera, questa volta, con Look-down, opera dal valore stimato di un milione di euro esplicitamente “abbandonata” in una delle piazze più ampie e rappresentative della città, Jago pare voler smuovere le sensibilità dei passanti distratti, con scene che troppo spesso, oggi, muoiono nell’indifferenza dei tempi odierni. Lo stesso autore, del resto, ha in seconda battuta caricato la sua installazione di un valore sociale piuttosto serio, indicando i cittadini abbandonati in una condizione di diffusa e preoccupante povertà come unici depositari della reale poetica del feto incatenato, chiarendo come, nel titolo quanto nella sua sostanza, l’opera vuole essere un invito a rivolgere lo sguardo in basso, ai deboli e ai dimenticati.
Look-down vuole allora entrare a gamba tesa nella sfera sociale e politica. Senza ipocrisia, senza slogan, ma tutta sostanza. Quello di Jago è un invito alla riflessione, e soprattutto all’azione delle istituzioni verso sacche cittadine in crescente difficoltà, dimenticate da troppo tempo, in particolar modo quelle della Sanità, da cui egli è convinto possa nascere la scintilla della rinascita culturale, artistica e sociale di Napoli.