Una dimora da favola al servizio della monarchia napoletana
Nel 1600 il viceré Don Ferdinando Ruiz de Castro conte di Lemos commissionò all’architetto Domenico Fontana un palazzo per il re Filippo III d’Asburgo che sarebbe venuto in visita a Napoli. Il palazzo fu costruito vicino il Palazzo Vicereale Vecchio e l’architetto, che era stato al servizio della Corte Pontificia, realizzò un edificio in pieno stile tardorinascimentale. Filippo III non venne mai in visita a Napoli e per questo il palazzo divenne residenza privata della famiglia vicereale.
Con Carlo III di Borbone Napoli diventò capitale di un regno autonomo nel 1730. Di conseguenza il Nuovo Palazzo Vicereale fu adibito a Palazzo Reale. Il re impose subito dei lavori nel palazzo come l’ampliamento dell’edificio verso il mare, ma l’intervento più importante è stato il restyling del palazzo in chiave tardo barocca. Arrivarono a palazzo i marmi più preziosi, le sculture più belle, i migliori artisti furono chiamati per decorarlo con opere che glorificassero la monarchia. Giunsero negli appartamenti persino alcuni ritrovamenti degli scavi di Ercolano e Pompei! Divenne il palazzo più bello di Napoli!
C’è da dire che il successore di Carlo III, il figlio Ferdinando IV, non s’impegno a mantenere la bellezza del palazzo e che quando se ne occupò lo fece solo per “invidia”!
Durante il decennio francese il re Ferdinando IV e la regina Maria Carolina d’Austria lasciarono Napoli per salvarsi dai moti rivoluzionari. In quegli anni Gioacchino Murat, generale francese e uomo di fiducia di Napoleone, divenne re di Napoli e apportò innumerevoli cambiamenti nel regno. Oltre a quelli in ambito amministrativo Murat non si risparmiò nemmeno nel Palazzo Reale! Si dice che trovò la residenza in uno stato di trascuratezza e pieno di mobili antichi. Allora chiamò gli artisti più famosi dell’epoca, tra cui Antonio Canova, e diede a tutto il palazzo un aspetto più moderno e in linea con lo stile impero che tanto amava Napoleone.
Quando i Borbore tornarono sul trono di Napoli, Ferdinando IV trovò un palazzo tutto nuovo e luccicante! Allora il re imbarazzato ed infastidito che un re usurpatore avesse fatto meglio di lui iniziò ad interessarsi al Palazzo Reale e chiamò a sua volta artisti che lo decorassero.
Nel 1837 un incendio divampò dagli appartamenti della Regina Madre distruggendo un’intera ala del palazzo. L’architetto Gaetano Genovese ristrutturò il primo piano e la Cappella Reale, costruì il nuovo appartamento riservato alle feste, il giardino pensile e il secondo piano con il Belvedere.
La facciata del palazzo che dà verso Piazza Plebiscito è frutto dell’ultimo intervento al palazzo del 1888. Nelle nicchie che si alternano alle arcate sono state realizzate le famose statue dei re, da Ruggero II fino a Vittorio Emanuele II, di cui i napoletani amano burlarsi, ma senza malizia!
Oggi il Palazzo Reale ospita la Biblioteca Vittorio Emanuele, mentre il primo piano è aperto ai turisti. In queste sale si è mantenuto gran parte dell’arredo originale.
Apertura dal giovedì al martedì 9.00 – 13.00; 14.00 -17.00; sabato 9.00 – 14.00.