Da San Felice e San Paolino, la storia di uno dei più interessanti siti della Campania
Non sono molti i resti di epoca paleocristiana che si conservano a causa delle sovrapposizioni e distruzioni effettuate nei secoli: in Campania è conservato un complesso basilicale di enorme interesse archeologico nel territorio nolano, il Complesso Basilicale Paleocristiano di Cimitile.
La prima necropoli in cui venne seppellito il sacerdote Felice viene datata sulla base dei resti archeologici al III secolo d.C. E proprio alla fine di questo secolo, Felice prestigioso esponente della comunità cristiana di Nola venne qui seppellito. Dalla prima metà del secolo successivo intorno alla tomba di San Felice si sviluppò il famoso santuario noto in tutto l’Occidente. Presso il complesso monumentale sorse un villaggio che viene ricordato per la prima volta nel 400 da San Paolino, vescovo della città, stabilitosi presso la tomba di San Felice.
A questo periodo risale la costruzione da parte di San Paolino di una nuova grande basilica, lastricò la strada che conduceva a Nola e costruì alloggi per i poveri e i pellegrini. Il nuovo complesso, essendosi impiantato su un’area sepolcrale, ereditò il nome di Cimiterium, da cui si ottenne nei secoli il toponimo Cimitile.
Il celebre santuario fu meta di pellegrinaggi per tutto il Medioevo, secoli in cui fu danneggiato da una alluvione, dalle scorrerie di saraceni e ungari, fino a quando nel XVI secolo attrasse l’attenzione della famiglia Albertini, una delle più prestigiose dell’aristocrazia nolana. Fu Girolamo I Albertini ad acquistare dal re di Polonia il feudo di Cimitile, pagando una somma di 6400 ducati e la famiglia mantenne il possesso fino al 1806.
Ed è così che giungono fino a noi sette edifici di culto in un’area di 9000 m², che hanno continuità di vita dall’epoca paleocristiana al medioevo e dedicati ai Santi Felice, Calionio, Stefano, Tommaso e Giovanni, ai SS. Martiri e alla Madonna degli Angeli.
La Basilica di San Tommaso fu costruita tra VI e VII secolo sul terreno depositatosi in seguito all’alluvione; all’esterno sono visibili i dolia parzialmente interrati e la vasca utilizzati per la produzione di vino, mentre all’interno si possono intravedere le sepolture rinvenute al di sotto del piano pavimentale.
La Cappella dei Santi Martiri conserva interessanti affreschi con Adamo ed Eva (arcosolio a destra dell’ingresso), Giona che viene gettato in mare(a sinistra sotto la scala), le scene della Passione di Cristo (sulla parete a destra dell’ingresso).
La Basilica di San Felice presenta una complessa stratificazione che racconta di un periodo che va dal IV secolo fino al XV secolo. Intorno alla tomba del Santo venne costruito un primitivo edificio di culto nel IV secolo, da qui poi fu costruita la basilica a tre navate (la basilica vetus). Tra V e VI secolo intorno alla tomba di San Felice a cui si era aggiunta anche quella del vescovo San Paolino, fu costruita l’edicola su fondo oro con gli splendidi mosaici che ancora si possono in parte ammirare. Nell’atrio restano frammenti di affreschi e i sepolcri dei due santi così legati alla storia del luogo.
Da qui si accede alla Cappella di San Calionio attraverso un cunicolo, ne restano pochi ambienti visibili, mentre presso l’abside della Basilica di S. Felice sorge la Cappella di S. Maria degli Angeli. Tra quest’area sorge la Basilica nova detta poi di S. Giovanni, eretta tra il 401 e il 403 per accogliere i numerosi pellegrini che accorrevano al santuario.
Si protende verso la tomba di San Felice l’abside della Basilica di Santo Stefano dove all’interno si conservano tre strati di affreschi che si sovrappongono, lo strato più recente è individuato in alcuni frammenti che recano personaggi (forse santi) inquadrati da cornici rosse di XII-XIII secolo.
Alcune informazioni:
Orario Invernale dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.00 alle 13.00 – dalle ore 14.30 alle 18.30.
Orario Estivo (dal 1° aprile al 31 ottobre) dal Lunedì al Sabato dalle ore 9.00 alle 13.00 – dalle ore 15.30 alle 19.30, Domenica dalle ore 9.00 alle 13:00.