
Il Film prodotto da Netflix e tratto dal romanzo di successo di Ramain Gary
Diciamo subito che “davanti a noi” c’è Lei, l’ attrice napoletana che da anni mancava dagli schermi e che non fatichiamo neanche troppo a riconoscere nonostante i capelli grigi e qualche ruga in più.
Ha 86 anni Sofia Loren ma recita ancora in modo magistrale, carismatica e magnetica grazie a quel dialetto napoletano che la rende, anche in questo film, sempre vera ed immediata. Una “carica linguistica” che arricchisce ancor di più un film già pieno di emozioni. Sofia è l’anziana Madame Rosà, ex prostituta, ebrea con l’olocausto nel cuore, che ha trasformato la sua abitazione in un luogo di accoglienza di bambini abbandonati da sfortunate donne di strada.
Grazie al Dr. Cohen (Renato Carpentieri, altro straordinario attore campano doc), entrerà nella sua vita il giovane Momo‘, ragazzo di colore, orfano ribelle privo di affetti e fagocitato dalla malavita. Fa da sfondo una Bari popolosa che si ritaglia il suo ruolo da protagonista nella luce dei paesaggi prima notturni, poi al tramonto che accompagnano i sentimenti dei personaggi.
Ora, Sofia è Sofia, non si discute, attrice da Oscar, affascinante ed elegante anche in quel timido ballo che nel film accenna con l’amica transessuale (Abril Zamora) dall’accento spagnolo. Lei, ricorda i personaggi di Almodòvar, la scena i migliori film di Ozpetek. Ma la vera sorpresa è Momo’, il piccolo attore di colore (Ibrahim Gueye), anche i suoi occhi neri sono da Oscar! Profondi e toccanti come quei brevi dialoghi capaci di connettere testa e cuore e mettere l’anima in subbuglio.
C’è una frase su tutte che si deposita giusto sul cuore: “È proprio quando non ci credi più che succedono le cose”.
Dallo scontro tra i due protagonisti, l’incontro profondo di due anime unite dal dolore della vita. Il regista è Edoardo Ponti, figlio della Loren, secondogenito di appena 49 anni e sembra già un regista navigato. In questo film è evidente che ha preso la madre per mano dichiarandole con dolcezza l’amore di figlio. I primi piano dell’attrice vestita di grigio e rughe sono stupendi. Un dialogo complice ed intimo che lo spettatore riesce ad avvertire commuovendosi fino alle lacrime.
Infine la musica, c’è Laura Pausini “Io sí. Non lo so che destino è il tuo ma se vuoi sono qui, nessuno ci crede ma io sí“. Questo mi sembra un bel messaggio soprattutto di questi tempi.
Brava Sofia ma, soprattutto bravo Ibrahim (Momo’), i tuoi occhi porteranno te – e pure noi – lontano.