Un’accozzaglia di storie, viaggi e amori: qualcosa in più di una visita guidata
Quando ho chiesto a Luca del Vaglio (la d è minuscola eh), quale fosse l’intento del suo libro, mi ha risposto che doveva far ridere. Effettivamente è così, fa molto ridere e sorridere fin dalle prima pagine – d’altronde lo ha scritto un tipo bizzarro – ma personalmente mi ha fatto pure girare un poco la testa. Chissà se a lui la “capa” gli è mai girata in questi anni scombussolati di andate e ritorni.
Sono salita e scesa da un aereo non so quante volte e di questo lo ringrazio: nella realtà non mi succede da tanto tempo. Un jet lag seduta sul divano, mi mancava. Mi sono chiesta innumerevoli volte, durante la lettura, in cosa si fosse poi laureato e se avesse trovato pace, oltre che rintracciato e scovato i suoi avi. Ho sentito il desiderio di ritornare nella Città Eterna, – che a quanto pare ha fatto fesse molte persone – e mi sono resa conto di aver perso un’ottima raccomandazione per una visita guidata ai Musei Vaticani. Ebbene sì, non li ho mai visitati. Luca, potevi attendere prima di licenziarti, che miseria.
Ho conosciuto persone piuttosto scoppiate e fuori di testa, con le quali mi sono sentita meno sola e in ottima compagnia. Ho capito che gli affittuari, a lungo andare possono diventare delle persone migliori (ma siamo sicuri?) e ho ricordato che le stazioni ferroviarie sono e resteranno per sempre un luogo di nostalgia e di immaginazione fervida. Nella mia vita ho sempre sostenuto che fosse fuori luogo – o forse che in pochi potevano permetterselo – ironizzare su tragedie umane, mi sono ricreduta, amaramente. Luca mi ha portata ad Auschwhitz, e quel freddo un poco l’ho sentito per davvero.
Avrei voluto scrivergli nel mezzo della lettura “Scusa, ma come ti è saltato in mente quel capitolo sul Barabapapà?”, ma non ho fatto in tempo e sono atterrata in Cambogia per Pasquetta, e per me che sono abituata al Monte Faito è stata dura abituarmi.
Il mio viaggio volge quasi al termine, quando ho capito che i posti sono semplicemente persone, ma che nessun luogo è come casa.
Prima di ritornare a Napoli, mi rendo conto che il libro blu di Luca, blu come il suo sangue, vuole essere un modo bizzarro e tenero per ringraziare la multinazionale Audience International, per le opportunità offertegli in nove anni di lavoro. A ben pensarci, di vita. Vita piena e scumbinata.
Una cena elettorale cambierà la sua vita, la rata da pagare dell’auto pure. Trova l’amore nel primo caso, mentre nel secondo, attiva i neuroni e si ricorda che tanto tempo prima, ha messo in saccoccia il tesserino di abilitazione da Guida Turistica: è il caso di rispolverarlo.
Che uomo coraggioso, entrare a far parte di una categoria del genere. Lo sanno tutti che le Guide sono un poco matte, ma lui pare essere a suo agio. Io, sinceramente, lo sospettavo. E allora riprende il suo ritmo, questa volta senza jet lag: oggi a Napoli, domani Pompei, settimana prossima ad Ercolano.
Ma sempre perchè la famosa “capa”, deve sbariare, Luca comincerà a realizzare video satirici di Totò che dialoga con i politici italiani ed i suoi montaggi diventeranno virali in poco tempo sui social.
Io credo sia felice, con la sua sigaretta spenta. Infondo ha riacceso una vecchia passione, o forse più di una. Che se ne fa del fumo della sigaretta?
Il libro è edito Dialoghi Edizioni.