Il racconto della vita e della morte, le tappe della vicenda miracolosa del patrono di Napoli
San Gennaro e Napoli, un binomio inscindibile fatto di fede, storia e tradizione. Ripercorriamo le tappe della vita e della morte del santo protettore della città di Parthenope, tra i più noti e venerati al mondo, guardando ai tanti luoghi campani legati a San Gennaro. Un itinerario di fede e devozione al santo che viene venerato tre volte l’anno, a maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre, giorni in cui si ripete il miracolo della liquefazione del sangue.
Benevento
L’itinerario parte dalla città di Benevento in cui si crede generalmente che il Santo sia nato intorno all’anno 272 e di cui fu vescovo. Era quello un tempo grigio per i cristiani che venivano perseguitati per la loro religione che andava contro quella ufficiale dell’impero retto da Diocleziano. Insieme con il diacono Festo e il lettore Desiderio, San Gennaro si recò a Pozzuoli per far visita ai fedeli.
Accadde però che il diacono di Miseno, Sossio, volendo assistere alla visita pastorale di San Gennaro, fu invece arrestato lungo la strada per Pozzuoli. San Gennaro insieme ai compagni tentarono di intercedere per il prigioniero e vennero arrestati anche loro da Dragonzio, governatore della Campania e condannati ad essere sbranati dai leoni nell’anfiteatro di Pozzuoli, uno dei siti archeologici dei Campi Flegrei. Come vuole la tradizione San Gennaro compì nell’anfiteatro un vero e proprio miracolo, tanto che le bestie al solo vederlo divennero mansuete come agnellini, inginocchiandosi al cospetto dei condannati.
La tradizione vuole che San Gennaro compì un altro miracolo presso Nola dove fu condannato ad essere arso vivo in una fornace, ma anche allora le fiamme della fornace si rivoltarono contro i pagani lasciando indenne il Santo.
Catacombe San Gennaro
Dragonzio allora ordinò che i cristiani venissero decapitati nei pressi della Solfatara di Pozzuoli. Da qui il corpo del Santo venne traslato nel V secolo dal vescovo Giovanni I nelle Catacombe di San Gennaro, che da questo momento divennero il centro del culto per San Gennaro, dando vita ad una vera e propria chiesa e necropoli cristiana.
Le spoglie mortali di San Gennaro tornarono nuovamente a Benevento per volere di Sicione I che aveva assediato Napoli nell’831. Vi rimasero fino al 1154 quando Guglielmo I il Malo le portò nell’Abbazia di Montevergine, perché riteneva che Benevento non fosse più sicura. Qui del santo se ne perse memoria, essendo il culto per lo più rivolto a Mamma Schiavona. Fu grazie al cardinale Giovanni di Aragona che si ritrovarono le ossa di San Gennaro a Montevergine e la famiglia dei Carafa si impegnò affinché tornassero a Napoli nel 1497. Per accogliere le sacre reliquie il cardinale Oliviero Carafa fece costruire nel Duomo di Napoli, una cappella completamente dedicata al Santo, il Succorpo al disotto dell’altare maggiore.
Tutt’oggi le spoglie di San Gennaro sono conservate nel Duomo in cui fu dedicato dai napoletani un’altra meravigliosa cappella nel ‘600, la Cappella del Tesoro di San Gennaro, che custodisce le reliquie e le ampolle con il sangue. Altro luogo legato alla figura di San Gennaro è il Museo del Tesoro di San Gennaro composto di straordinari capolavori di oreficeria, doni di re, regine e papi e gente comune grazie alla Deputazione della Real Cappella del Tesoro, istituzione laica ancora esistente, nata nel 1527 e che tutt’oggi si occupa del tesoro.
Informazioni
Catacombe: costo intero € 8 Ridotto: € 5
Orario di apertura del Santuario di Montevergine: da Maggio a Ottobre 7,30 – 19,30. Festivo chiusura 20,00. Da Novembre ad Aprile 7,30 – 17,00. Festivo chiusura 18,30
Museo del Tesoro di San Gennaro: biglietto euro 5; aperto tutti i giorni dalle 09:00 alle 17:00
Solfatara di Pozzuoli: aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 16:30. La biglietteria chiude mezz’ora prima. Intero 5,50 euro. Ridotto 5,00