Un raccolta unica di pezzi pregiati da ammirare nella suggestiva location di Materdei
L’Archivio Bonelli raccoglie pezzi unici della storia napoletana: locandine teatrali, statuine di San Gennaro lavorate a mano, vecchi cappelli, abiti, fotografie, una caffettiera da 18 tazze, giochi napoletani, bidet, wc e così via.
Il 12 ottobre 2017, dopo tantissime richieste fatte e spazi mai concessi, trova finalmente una sede presso la Casa dello Scugnizzo in Piazzetta San Gennaro n.3 a Materdei, Napoli.
Tra i pezzi della collezione ci sono, ad esempio, il più antico bidet, dopo quello di Caserta (il tanto rinomato “oggetto a forma di chitarra”) o esemplari di wc “inodori”, perché forniti di sciacquone.
Esiste poi un settore dedicato all’emigrazione: annunci stampati di navi in partenza dall’Italia per gli Stati Uniti, o viceversa (il ritorno a casa).
“Ogni oggetto qui esposto (e pochissimi sono esposti, rispetto all’intera collezione) – afferma Gaetano Bonelli – ha una sua storia, ed è arrivato nelle mie mani seguendo percorsi diversi”. Alcuni, infatti, li ha dovuti comprare all’asta, investendo parte del suo patrimonio, altri gli si sono presentati davanti quasi per caso, su qualche bancarella di cianfrusaglie dimenticate. Origini diverse, ma qualcosa in comune: attraverso tutti questi oggetti è possibile raccontare la storia della città di Napoli.
Ed è proprio questo il sogno di Gaetano: fondare il Museo di Napoli. Poter raccontare la storia della sua città, i suoi difetti e i suoi primati. Il progetto ha trovato uno spazio virtuale, per ora, sulla pagina facebook Museo di Napoli, che gli ha garantito l’approvazione di oltre 13mila persone.
Se si vuole far parte della comunità che crede in questo progetto e seguire le sue vicessitudini, basta iscriversi alla pagina facebook degli Amici dell’archivio a questo link.
Gaetano Bonelli apre le porte dell’archivio gratuitamente, su prenotazione.
È gradito un contributo economico, che sarà devoluto totalmente alla collezione, e suggerimenti inerenti iniziative di carattere culturale.
A cura di Erika Chiappinelli.