
Non si ritarderà l’apertura della metro nonostante i nuovi rinvenimenti
Trovata a Napoli nel cantiere di Piazza Municipio un’altra nave di epoca romana. La zona in cui si stanno svolgendo i lavori della linea 1 della metropolitana, corrisponde ad un’area archeologica di lunga continuità di vita: dall’epoca romana a cui appartiene il porto di Neapolis, al periodo aragonese all’epoca moderna.
I lavori per la metropolitana riguardano la realizzazione del tronchino di collegamento tra il pozzo di stazione di linea 6 e quello di manovra di via Acton. Che la zona fosse di interesse archeologico era cosa nota, già in letteratura si leggeva dell’esistenza in loco del porto romano.
Questa volta è stata rinvenuta una parte frammentaria di una imbarcazione di età imperiale, in corso di documentazione e studio. L’area di ritrovamento della nave è al di fuori della zona di apertura della Stazione, per cui l’Amministrazione ha dichiarato che non ci saranno ritardi. Ma dei necessari rallentamenti per le indagini archeologiche.
Il cantiere di Piazza Municipio è il più importante scavo urbano degli ultimi 40 anni, ha restituito circa tremila reperti e numerose le stratificazioni archeologiche. Già quattro imbarcazioni sono state rinvenute, successivamente rimosse e conservate in museo.
Già nel 1895 Bartolomeo Capasso aveva riconosciuto nell’area dell’attuale Piazza Municipio il porto di Neapolis, identificato sulla scorta di un documento del 1018 che menzionava due porti, il Portus Vulpulum, di grandi dimensioni e uno più piccolo e contiguo, il Portus de Arcina nell’area del Molo Piccolo. Gli scavi archeologici a 3 metri di profondità rispetto al piano di calpestio attuale hanno messo in luce un settore di bacino portuale chiuso e protetto con acque poco profonde che ha chiarito tra l’altro la situazione del litorale antico, oltre ad aver restituito numeroso materiale organico che si è conservato grazie alle particolari condizioni microclimatiche. Le navi già rinvenute sono di tipo commerciale onerarie di medio tonnellaggio per un commercio di piccolo e medio cabotaggio. Due navi si sono conservate per una lunghezza di 11,7 metri e 13,2 metri e sono datate alla fine del I secolo dopo Cristo.
Una parte dei reperti rinvenuti sono attualmente esposti al Museo Stazione Neapolis pertinente al Museo Archeologico Nazionale e liberamente visitabile.
Attualmente la legge impone la verifica dell’interesse archeologico preventivo ai lavori pubblici che deve prevenire il rinvenimento fortuito di siti archeologici, contribuendo così ad evitare interruzioni e spiacevoli ritardi nello svolgimento dei lavori.