Napoli. Quando la morte diventa monumentale

Un viaggio nelle chiese monumentali, tra tombe e macchine di marmi policromi

Napoli ha un particolare legame con la morte ed il regno dell’aldilà, basti pensare al culto delle anime pezzentelle o alla smorfia, l’interpretazione di sogni mandati dai cari defunti che diventano numeri da giocare al lotto.

Nel corso dei secoli nobili e religiosi hanno sempre cercato di lasciare impronta del loro passaggio su questa terra, costruendo monumentali macchine di marmi policromi, tombe che sono delle vere opere d’arte. Napoli ha centinaia di chiese e altrettanti sono i monumenti sepolcrali, che vi possiamo trovare, alcuni possono passare inosservati tra quadri e statue che adornano i luoghi di culto, però un occhio attento può cogliere la bellezza nascosta dietro una colonna o dentro una cappella.

Iniziamo un piccolo ma intenso viaggio in due chiese napoletane.

Duomo di Napoli

Ecco che si pensa subito alla bellissima Cappella del Tesoro di San Gennaro, ricolma dei busti di argento dei Santi Patroni di Napoli, oppure la Cappella di Santa Restituta, ciò che rimane della primitiva Basilica costantiniana del V secolo. In realtà, leggermente nascosta dietro un pilastro del transetto destro, c’è una bellissima tomba opera di Giuseppe Sanmartino che ospita le spoglie di Antonino Sersale, nato a Sorrento ma diventato Arcivescovo di Napoli nel 1754. Due putti reggono un clipeo con il busto del religioso: essi hanno una espressione dolente ed uno regge un libro, rimando alla attività di letterato del defunto. Un drappo svolazzante funge da lapide mentre in cima c’è lo stemma cardinalizio dei Sersale, lo scudo a strisce gialle e azzurre.

Sant’Angelo a Nilo

Come furono uniti in vita, così lo sono nella morte: Pietro e Bartolomeo Ghetti crearono, a destra dell’altare maggiore della Chiesa di Sant’Angelo a Nilo, la tomba a piramide dei Cardinali Francesco e Stefano Brancaccio. L’alta composizione, ricca di figure allegoriche, richiama tutti i traguardi raggiunti dai due, che erano zio e nipote, nel campo ecclesiastico, militare e letterario. Nel vortice di angeli compare, a destra, anche la Morte, a ricordare la caducità della vita umana che deve essere sempre vissuta appieno.

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