Al suo interno nasconde storie, leggende e segreti: ve ne sveliamo qualcuna
Una delle chiese più belle e note di Napoli è senza dubbio San Lorenzo Maggiore, incastrata tra Via San Gregorio Armeno, la strada dove da secoli si fabbricano i pastori dei presepi e San Paolo Maggiore, la casa dei Padri Teatini che nel 1538 trasformarono il tempio pagano dedicato a Castore e Polluce in un luogo di culto Cristiano.
Pochi sanno che San Lorenzo al suo interno nasconde storie, leggende e segreti, oggi ho deciso di svelarne qualcuno. E quindi ecco quattro simpatiche curiosità che forse non avete mai notato varcando il portone della Chiesa.
Il Gesù che si muove
La seconda e la terza cappella di sinistra formano un unico ambiente, sul cui altare maggiore c’è una bella Immacolata Concezione di Paolo Finoglia. Nel tabernacolo invece si trova un affresco raffigurante l’Ecce Homo, che se ben guardato è particolare. Anziché avere la classica posizione di lato con le mani legate, Gesù tiene una mano sul petto e si guarda il fianco. Dietro questa insolita raffigurazione si cela una leggenda: una notte due ladri entrarono in chiesa e rubarono i soldi delle offerte ed i candelabri d’oro. Si misero seduti davanti questa cappella per dividersi il bottino ed iniziarono a litigare. Uno di essi in preda alla rabbia prese un sacco di monete e bestemmiando lo scaraventò contro la raffigurazione di Gesù, che si mosse assumendo la posizione che tuttora conserva. I due malfattori si spaventarono a morte e scapparono, lasciando il bottino per terra che la mattina seguente fu ritrovato dai francescani
Affreschi ritrovati e perduti
San Lorenzo fu fondata nel 1270 da Carlo I d’Angiò sul luogo dove già preesisteva una chiesa paleocristiana. Ovviamente venne pensata in stile gotico, ed era completamente ricoperta da affreschi. Nel corso dei secoli l’edificio ha subito vari rifacimenti e restauri, che ne hanno in parte stravolto le forme: molti affreschi furono cancellati, altri coperti da stucchi e intonaci, altri ancora subirono mutilazioni per l’inserimento di porte e finestre. E infatti nella prima cappella destra del deambulatorio, dedicata a Santa Maria Maddalena, nel 1700 fu aperta una porta che conduce alla sagrestia, facendo di fatto perdere alcuni degli affreschi di scuola grottesca che qui c’erano. Ma se si guarda bene, ecco che a destra della porta, seminascosto, fa capolino un fraticello che legge un libro.
Il quadro nel quadro
Sull’altare maggiore del transetto sinistro c’è la tavola dipinta da Leonardo da Besozzo nel 1438 raffigurante Sant’Antonio tra gli angeli. Se la si guarda controluce, ci si accorge che all’altezza dell’angelo in basso a sinistra compare… una gamba! Questo perché la tavola si sta deteriorando e lascia trasparire al di sotto della superficie pittorica un altro disegno. Molto probabilmente Besozzo utilizzò un’opera già esistente per dipingere il suo Sant’Antonio, che adesso sta uscendo fuori.
L’indovinello sulla tomba
Nella prima cappella sinistra del deambulatorio ci sono le sepolture della famiglia Folliero. A destra, scolpito su un obelisco, troviamo un indovinello in latino:
QUID’ OMNIA
QUID OMNIA’ NIHIL
SI NIHIL CUR OMNIA’
NIHIL UT OMNIA
Che tradotto recita:
Che cosa? Tutto
Che cosa è il tutto? Niente
Se non è niente perché sembra il tutto?
Il niente è come il tutto.
Qual è la soluzione dell’indovinello? Secondo me si riferisce alla morte, e secondo voi?