
Il genio architettonico di Vanvitelli celebra il ritorno della luce legato al 21 dicembre
Sulle meraviglie del Palazzo Reale di Caserta, la Reggia costruita da Luigi Vanvitelli a partire dal 1752 per volere di Carlo di Borbone, dimora dalle milleduecento stanze di Ferdinando IV e Maria Carolina D’Asburgo e gioiello di arte barocca che tutto il mondo ci invidia; nonché sui simbolismi e sui miti ad essa legati, sulle perfezioni architettoniche e sulle vicende storiche che l’hanno vista protagonista, è stato scritto e detto molto nel corso dei secoli dai maggiori architetti, storici, letterati, studiosi e critici dell’arte.
Tuttavia, da una recente indagine svolta dal Generale Elia Rubino, presidente dell’Associazione Aeronautica di Caserta, sembra vi sia una certa connessione tra la Reggia – che dal 1997 è inserita nella World Heritage List dell’Unesco – e il solstizio d’inverno (da “solstitium” = fermata del sole), che nell’emisfero settentrionale cade proprio il 21 dicembre.
In questo giorno la Terra si trova alla minima distanza dal Sole e, soprattutto in epoche antiche, l’angoscia derivante dalla fine del ciclo delle stagioni era sempre stata misticamente avvertita come simbolo di morte, superabile con il desiderio del ritorno ad una nuova vita, di una rinascita della natura da celebrare con riti strettamente legati al paganesimo, dai saturnali dell’antica Roma ai riti celtici.
Collegandosi quindi al ritorno della luce emanata dal sole, il Generale Rubino ha ipotizzato che Vanvitelli, da genio che era, aveva deliberatamente scelto di inclinare le falde dei tetti della Reggia di 25° rispetto al piano orizzontale, ovvero la stessa angolazione che la nostra stella raggiunge al solstizio d’inverno. Il Palazzo, infatti, si trova ad una latitudine in base alla quale il sole, proprio in questo giorno, raggiunge un’elevazione minima sull’orizzonte di 25°29’. Un fatto, questo, davvero singolare perché, fino alla data dello stesso solstizio, il sole si trova al di sotto della linea di colmo dei tetti, per cui non è visibile dai Cortili del Palazzo, ma immediatamente dopo comincia a spuntare e illuminare gli androni che collegano i cortili tra loro ed essi con il Parco Reale, quasi a voler confermare che, se con il solstizio d’inverno il sole rinasce, anche il Palazzo di Caserta si appresta a rivivere di nuova luce.