Sulla cima dello sperone roccioso, il fascino antico dei ruderi
Rocca San Felice, provincia di Avellino, è un borgo di origine longobarda sorto come baluardo tra i due ducati, Benevento e Salerno. In piazza San Felice si trova l’antico portale di accesso al borgo inglobato nel Palazzo de Antonellis in cui si vedono al primo livello una serie di arcate. Nella piazza con il tiglio, l’albero della libertà, si trova una fontana che soddisfava le necessità di umani ed animali sulle quattro facce, con vasche abbeveratoio per animali e fontane per umani.
Il borgo era abitato normalmente fino al terremoto dell’80, dopo quel tragico momento molti hanno deciso di costruire la propria casa fuori dal paese e il comune ha acquisito le case rimaste vacanti inserendole in un progetto di recupero. Tra questi progetti c’è stato uno indirizzato ai giovani che ha visto la creazione di un museo con i reperti rinvenuti nel castello ed è stato costruito anche un Ristorante Museo (La ripa) con cucina tradizionale irpina rivisitata in chiave internazionale.
Nel Castello sono stati rinvenuti numerosi frammenti di vasellame, ceramica di uso comune, maiolica invetriata gettata perché inutilizzata dall’alto della fortificazione , materiale ora conservato nel museo. Il Donjon è l’elemento principale, nucleo più antico, si tratta di una torre cilindrica di XII secolo costruita su roccia. La torre è strutturata su quattro piani, al primo trova posto la cisterna per l’approvvigionamento idrico e un locale per conservare provviste e legname. Il secondo piano svolgeva funzioni di cucina per la presenza del pozzo e del forno-camino. Gli ultimi piani erano destinati a funzioni abitative. La copertura impiegata per l’avvistamento e la difesa svolgeva funzioni di impluvio ai fini dell’approvvigionamento idrico.
La prima costruzione avvenuta intorno all’850 era destinata ad un fortilizio dove abitò un capitano con il suo drappello di soldati che avevano il compito di sorvegliare il confine del principato. Il capitano era anche signore delle campagne circostanti e delle famiglie che avevano trovato rifugio sotto la rocca. Nell’XI secolo il feudo di Rocca San Felice si trasformò in castello, ma non si conosce il nome del feudatario. Dopo questo momento passò sotto il dominio dei normanni. Nel 1266 Rocca apparteneva al principato Ultra. Carlo d’Angiò restituì poi il feudo di Rocca ad Enrico di di Taurasi. Verso la fine del 1300 appartenne invece a Landolfo D’Aquino.
Nel 1535 il signore del Castello fu Annibale Caracciolo e nel 1591 risulta che lo cedette alla famiglia Reale, dopodiché passo a Giovan Francesco Capobianco che mantenne il feudo fino all’eversione della feudalità nel 1806.
I danni subiti dalla struttura nel tempo permettono la visita ad una parte del castello, la torre principale (il donjon), le torrette di avvistamento, la porta di accesso.
Da vedere nel borgo anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore costruita intorno all’XI secolo e purtroppo andata completamente distrutta a causa del terremoto dell’80 e ricostruita nel ’91. All’interna conserva un interessante altare decorato con stucchi che imitano le decorazioni marmoree.