
Il compatrono di Napoli realizzò la “sua” Natività nell’Oratorio di Santa Maria della Stalletta
‘O presepio (il presepe), a Napoli, è un fatto serio: non è solo rappresentazione della scena della nascita di Cristo, ma un vero e proprio strumento identificativo del Natale per tutti i partenopei.
La prima “comparsa” in città pare sia addirittura antecedente al celebre presepe di Greccio, realizzato da San Francesco nel Natale del 1223. Si parla, infatti, di una rappresentazione della Natività già nell’XI secolo, come attesta un documento ritrovato nel 1025 nella Chiesa di S. Maria del Presepe, situata lungo la Salita di Capodimonte.
Solo però a partire dal XV secolo è possibile rintracciare dei veri e propri scultori di figure (“figurarum sculptores”) atti a comporre le sacre rappresentazioni. Fra questi, i fratelli Giovanni e Pietro Alemanno che, nel 1470, crearono le prime statuine lignee della Natività. Di questo periodo sono anche i presepi di San Giovanni a Carbonara, San Domenico Maggiore, Sant’Eligio e Santa Chiara.
Tuttavia, dobbiamo attendere la metà del ‘500 per avere un esempio di quello che potremmo definire “presepe moderno”, grazie a San Gaetano da Thiene che, in ricordo del suo patrocinio, esercitato a favore di Napoli in occasione di una delle tante pestilenze che periodicamente la affliggevano e la svuotavano di abitanti, fu, difatti, elevato al rango di copatrono della città.
Come si riporta in un testo del Settecento dal titolo “Vita di S. Gaetano Tiene patriarca de’ Chierici Regolari”, nel 1530 il Santo realizza nell’Oratorio di Santa Maria della Stalletta – così chiamata perché era stata ricavata da una stalla – un presepe con figure in legno abbigliate secondo la foggia del tempo dopo che la Madonna, apparsagli in visione, gli aveva concesso il privilegio di tenere il Bambino Gesù tra le sue braccia.
L’episodio è raffigurato nella cappella dedicata a San Gaetano all’interno della Chiesa dei Santi Apostoli, una delle più antiche di Napoli, situata alle spalle del Duomo. Qui si trova una tela di Agostino Beltrano che rappresenta la Madonna nel gesto di porgere il Bambino a San Gaetano. Due sono i particolari interessanti di questo dipinto: la rappresentazione della Natività in alto a sinistra, mentre a destra, sempre nella parte alta del quadro, l’annuncio ai pastori.
Il merito di San Gaetano fu quello di arricchire la rappresentazione con personaggi che appartenevano al mondo antico e all’epoca contemporanea, senza cadere in possibili anacronismi. In tal modo, il Santo diede vita a quella che sarebbe rimasta una delle principali caratteristiche del Presepe: la sua atemporalità.
Inoltre, sempre nel libro sopra citato, si afferma che: “questa invenzione del nostro Santo meritò tanto gradimento da parte della città di Napoli, che negli anni seguenti la si vide introdurre anche in altre chiese, e, passando poi di luogo in luogo, oggidì questo uso si pratica quasi dappertutto, persino nelle case private”.
Grazie a San Gaetano, quindi, i presepi diventano lo specchio della cultura che li produce, perché riflettono la società del tempo e si fanno portavoce degli aspetti più vivaci della realtà quotidiana, come testimoniano da anni le produzioni artigianali delle botteghe di via San Gregorio Armeno, che affiancano, ai pastori della tradizione, personaggi noti della società contemporanea.