L’area protetta, terra di mito e leggenda nel comune di Massa Lubrense
Un vero gioiello della natura, a Massa Lubrense, al confine tra le province di Napoli e Salerno, ma non è stato sempre così. Il miracolo del suo recupero è iniziato nel 1986 quando l’Italsider, proprietaria della cava di pietra preesistente, decise di donare la baia al FAI, il Fondo Ambiente Italiano. Da quel momento è iniziato il restauro ambientale, un capolavoro florovivaistico che non ha precedenti con l’inserimento di piante della macchia mediterranea, rosmarini, pini di Aleppo, mirti e olivastri.
Nel 2002 il FAI ha aperto al pubblico la Baia, un vero e proprio museo all’aperto completato dalla villa romana del II secolo portata alla luce dalla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta, e dalla torre di Montalto, restaurata e consolidata. Raggiungiamo la baia lasciando la nostra auto nel piccolo borgo marinaro di Nerano, da Sorrento potremmo anche optare per un comodo pullman che ci accompagna proprio all’imbocco del sentiero permettendoci di godere del panorama della costiera sorrentina durante il percorso. Il sentiero che ci aspetta è di media difficoltà, scavalca Punta della Campanella e scende a picco verso la Baia Grande, durante la discesa fà capolino proprio li di fronte l’isola di Capri con i suoi inimitabili faraglioni.
Una baia a sua volta suddivisa in due parti distinte: quella rocciosa e ripida che si chiude con Punta Campanella, e quella del promontorio dai pendii più digradanti, che si estende dalla sommità di Montalto, per concludersi verso il mare aperto a sud ovest con Punta Penna. Il paesaggio agrario è invece caratterizzato dall’antica coltura dell’ulivo: l’alberato è sistemato su terrazzamenti sostenuti da muri di pietre calcaree a secco completamente ricostruiti nell’opera di restauro.
Attraversando il sentiero incontriamo anche la Casa Silentium, luogo di rifugio dello scrittore Norman Douglas in cui, ad inizio ‘900, iniziò la stesura del libro Siren Land (La terra delle Sirene) a conferma di chi alimenta il mito delle Sirene. Ancora oggi il fascino nella Baia di Ieranto è legato anche alla leggenda raccontate dagli scrittori dell’antichità: i greci qui innalzarono il tempio di Atena, a cui in seguito i romani sovrapposero quello dedicato a Minerva; c’è chi è convinto che il termine “Ieranto” non derivi dal greco “ierax”, che indica il falco che ancora oggi nidifica nella zona, ma da “ieros” che significa sacro, a indicare proprio la Baia come sede del tempio delle Sirene. Una terra di fascino, naturale, storico e ambientale, unica come solo la Campania sa essere.