A Castel dell’Ovo la mostra dedicata al comico di San Giorgio a Cremano
Splende il sole oggi su Napoli e su Castel dell’Ovo, splende un sole chiamato Massimo Troisi. E’ stata inaugurata la mostra tanto attesa dedicata all’attore di San Giorgio a Cremano, scomparso prematuramente nel 1994 all’età di 41 anni.
Finalmente Napoli omaggia, con una bella ed emozionante mostra, l’uomo, l’artista ed il poeta. “Troisi poeta Massimo” è intitolata così l’esposizione a cura di Nevio De Pascalis, Marco Dionisi e Stefano Veneruso, realizzata con l’Istituto Luce – Cinecittà ed il supporto di 30Miles Film. Tutti ci hanno messo anima e cuore in un progetto curato fino all’ultimo dettaglio.
Nato da una ricerca meticolosa ed attenta di foto, interviste e documenti d’archivio, spesso inediti, si è riusciti a far venir fuori l’uomo Massimo, artista sincero, creativo, timido, introverso, sensibile e poeta come lo sono stati altri giganti del nostro teatro, Totò ed Eduardo. Un gigante che, come ha dichiarato il suo amico Carlo Verdone, “Aveva l’arte di nascondere l’arte“.
La scrittura era per lui un rifugio, Massimo ripeteva spesso che viveva in una casa affollata con sedici persone e cercava, a volte, uno spazio intimo e segreto che non voleva condividere con nessuno. Quelle poesie sono diventate i suoi pensieri e quei pensieri, conditi di intelligente ironia, sono diventati sceneggiature, copioni e battute di un successo talmente grande da essere entrati nel linguaggio comune di tante persone. E a Napoli, sopratutto, ognuno è un po’ Massimo Troisi, ne abbiamo assorbito filosofia e comicità trasformandola in un insegnamento per la vita. Troisi andrebbe studiato, è stato un maestro di vita.
Ogni sala è un ricordo e una sensazione. Come non emozionarsi poi dinanzi alle foto del trio “La smorfia” con gli storici compagni, Enzo De Caro e Lello Arena con cui fu introdotta una nuova comicità, immediata, innovativa e lontana da una Napoli stereotipata.
Basta guardare una foto dello spettacolo “La natività” del 1979 con un Troisi, vestito nei panni della moglie del pescatore che, mentre la voce sussurra lieve un “Tu Marì Marì…” il sorriso si stampa sulle tue labbra! Troisi è immortale e ha il potere, come pochi, di far sorridere sempre. Emozionante è anche vedere i costumi di scena del film “Non ci resta che piangere” ed è inevitabile, nel vedere quello di Leonardo da Vinci, pensare a quell’esilarante “trentatré, trentatrè e trentatrè'”!
Ci sono poi tutti i suoi amici, attori ed artisti straordinari da Roberto Benigni a Pino Daniele e Marcello Mastroianni il tutto con un costante e mai invadente sottofondo di voci e musiche, colonne sonore di film e di vita. Sono tutti lì, in una carrellata di fotografie e di gioia!
Degna di nota è poi la realizzazione di una suggestiva sala “immersiva” interamente tappezzata da immagini e ritagli di giornali e quadri, accostando il geniale comico – poeta ora al gigante Charlie Chaplin ora all’amico idolo Diego Armando Maradona. Ci avvolgono i giornali, ci avvolge l’essenza intera e profonda di Troisi che ci inebria e ci stordisce fino alla commozione. Una lacrima scende quando ci si ritrova in una delle ultime sale, proprio davanti a quella bici con cui, durante le riprese del film “Il postino”, il suo personaggio Mario, portava amorevolmente lettere a Don Pablo o a quell’ ultima foto scattata poco prima della sua morte. Sembra quasi un “Nun ve scurdat’ ‘e me!” come dice Stefano Veneruso, regista e nipote di Massimo Troisi. E’ lì che ti assale la nostalgia. E’ lì che realizzi che Massimo è volato via, e che, come lui diceva, ha messo davvero “le ali al suo cuore malandato”. Eppure, pensando a lui e a ciò che ci ha lasciato non è vero che “Non ci resta che piangere”, abbiamo ancora tanto da ridere.