Il percorso di visita creato dall’Associazione Borbonica Sotterranea, attraverso gallerie, ricoveri, cisterne e linee ferroviarie
Napoli insorse contro i Borbone nel 1848 a Largo di Palazzo (Piazza Plebiscito). Il fervore rivoluzionario giungeva dalla Sicilia e il re Ferdinando II si vide costretto a promulgare di lì a poco la Costituzione del regno delle Due Sicilie. Questa la causa della costruzione del Tunnel Borbonico, che per scopi tattici doveva servire alle truppe del re nell’eventualità di una nuova rivolta: passando attraverso la via sotterranea, le truppe avrebbero potuto sorprendere i rivoltosi alle spalle in Largo di Palazzo.
Era il 1853 quando Ferdinando II firmava un decreto con il quale incaricava l’architetto Errico Alvino – che tante altre importanti opere ha lasciato a sua firma nel regno – di progettare un viadotto sotterraneo che attraversasse il Monte Echia congiungendo Palazzo Reale con Piazza Vittoria, prossima al mare e alle caserme. La Galleria Reale (detta anche Strada Regia) doveva essere una via di fuga per i monarchi e una via di immediato accesso per le truppe acquartierate a via Pace (attuale via Domenico Morelli) fino al Largo Carolina, dietro il colonnato di Piazza Plebiscito. Mentre l’altra galleria, la Strada Regina, aveva la direzione contraria fino a Via Santa Lucia.
Queste gallerie sotterranee sono oggi visitabili grazie all’impegno dell’Associazione Culturale Borbonica Sotterranea che da un progetto iniziale realizzato dai geologi Gianluca Manin e Enzo De Luzio hanno realizzato una struttura turistica visitabile in sicurezza, composta da tre differenti percorsi di visita adatti a tutti, con il supporto di professionisti che accompagnano nella visita.
Tutto è iniziato nel 2005 quando i geologi entrarono per la prima volta nel Tunnel per realizzare alcuni rilievi. Con la Ingeo s.r.l. erano impegnati in attività di verifiche statiche e lavori di messa in sicurezza delle cavità sotterranee di Napoli per conto del Commissariato di Governo per l’Emergenza Sottosuolo. Si presentò ai loro occhi una situazione di abbandono e degrado, il tunnel, da via di passaggio e rifugio antiaereo nella seconda guerra mondiale, era divenuto una discarica, invasa dai detriti e dai materiali della guerra e dei lavori per la costruzione della Metropolitana L.T.R. che avrebbe dovuto passare lì secondo un progetto redatto per i mondiali di calcio del ’90.
Da quel momento per ben 5 anni i componenti dell’Associazione con il supporto volontario di molte persone hanno ripulito dai detriti accumulati le cavità, permettendo così di creare un percorso sotterraneo di incredibile interesse culturale. Le spese per i lavori sono state completamente a carico dell’associazione, che continua ancora oggi con campagne di scavo aperte a tutti, a lavorare per lo sgombero dei detriti di parti del percorso.
È ancora possibile vedere i bagni costruiti nel ’39 quando il tunnel e le cavità limitrofe furono usate come ricoveri, le tracce dei vari ampliamenti nei percorsi, funzionali a collegare le cavità e allargare i rifugi usati sia in caso di bombardamento che per gli sfollati, e anche l’impianto elettrico costruito per illuminare. Fu proprio in quel momento che si realizzarono numerosi accessi alle cavità da diversi punti del Monte Echia. Uno degli accessi sfruttò una scala realizzata nel ‘700 che consentiva ai pozzari la manutenzione dell’acquedotto, ma dopo gli ultimi bombardamenti tale accesso, sito in via del Grottone, 4 fu usato per riempire di detriti le cavità e se ne perse traccia.
La scala è stata liberata grazie all’intuizione di Manin e dei suoi collaboratori che per 6 mesi hanno lavorato all’opera di pulizia finendo per arrivare in un ambulatorio veterinario. Questo oggi è uno degli accessi principali al Tunnel. Il secondo è in via Domenico Morelli all’interno del grande parcheggio omonimo, da cui vi è l’accesso alle visite anche ai diversamente abili.
I percorsi tra cui scegliere sono il percorso “standard”: adatto a tutti anche ai disabili in carrozzella; “avventura”: che comprende una parte di percorso da fare in zattera, la “Caronte”; “speleo” (per gli over 18): dotati di elmetto con luce frontale come dei novelli speleologi, tuta ed imbraco, si esplorano i cunicoli usando le funi come un tempo facevano i pozzari. I percorsi avventura e speleo sono sconsigliati a chi ha problemi motori o soffre di claustrofobia. L’associazione organizza anche attività per bambini dai 7 ai 12 anni con simpaticissime cacce al tesoro.
La visita inizia superando carcasse di auto e moto del periodo della guerra, trasportate dal Comune che usava gli ambienti come deposito giudiziario; all’ingresso ci sono frammenti di un monumento di epoca fascista dedicato al Capitano Aurelio Padovani rinvenuto dall’associazione.
Il percorso permette di visitare il tunnel e gli ambienti pertinenti ai rami seicenteschi dell’acquedotto della Bolla e del “Carmignano”, intercettati dalla costruzione della galleria ottocentesca e superati attraverso ponti e lavori idraulici per non togliere acqua alle abitazioni, fatta scorrere ad una quota inferiore rispetto alla galleria borbonica. Si vedono così nell’acquedotto i camminamenti dei pozzari, personaggi a metà strada tra la storia e la leggenda, le tracce delle malte idrauliche utilizzate per impermeabilizzare il tufo – di natura una pietra porosa – le mummarelle, anfore che servivano a tirare l’acqua in superficie dai pozzi siti a 30-40 metri di profondità.
Il percorso “avventura” permette di visitare anche un tratto di quella che avrebbe dovuto essere il percorso della Metropolitana Linea Tranviaria Rapida mai completata. Si supera un tratto allagato da acqua piovana trasportati da una zattera. I lavori iniziati furono interrotti perché intercettando una parte del circuito dell’acquedotto i costi di spesa del lavoro sarebbero lievitati eccessivamente finendo fuori budget e per questo venne tutto abbandonato dopo 9 anni lavoro.
Gli ingressi alla Galleria Borbonica sono
Vico del Grottone, 4 – Zona Piazza del Plebiscito
Via D. Morelli, 61 – c/o Parcheggio Morelli
Via Monte di Dio, 14 – Palazzo Serra di Cassano – Int. A14