Una guida che vi permetterà di scegliere l’etichetta giusta per la tavola delle feste
Esiste un antico detto che dice: “quando sei indeciso e non sai che vino scegliere, stappa tutto ciò che ti viene in mente e comunque sarai felice!“. E a Natale, si sa, se la tavola è l’indiscusso centro della festa è giusto che le pietanze siano sempre accompagnate da un buon vino che ne esalti i sapori.
E’ certamente vero che le bollicine sono il perfetto accompagnamento per ogni festeggiamento, quindi a Natale non possono di certo mancare. Proviamo quindi insieme a fare gli abbinamenti più adatti tra le portate e il beverage.
Per la Vigilia, dove il pesce fa da protagonista, partendo dagli antipasti, è perfetta una bollicina nostrana, insignita del riconoscimento di Miglior Vino Spumante Italiano 2015, DUBL, un ambizioso progetto ormai al decimo anno di produzione che ha raggiunto e consolidato nel tempo una qualità eccezionale che esprime a pieno le potenzialità del territorio irpino e delle sue uve autoctone – Falanghina, Aglianico e Greco di Tufo – affermandosi sempre di più come marchio di eccellenza del Metodo Classico in Italia. Per i primi la scelta non può che ricadere su bianchi profumati come il Pietracalda Fiano di Avellino 2014 Feudi di San Gregorio o un Fiano di Avellino 2012 Guido Marsella.
Passando ai secondi, se serviamo del pesce crudo, la prima scelta cade sui vini aromatici e sulle bollicine; con il pesce al forno o arrostito è perfetto un vino bianco di buona struttura come il Biancolella d’ Ischia di Antonio Mazzella, dal colore giallo paglierino e un profumo floreale con sfumature di banana, un vino fresco, delicato, leggermente sapido.
Per i dolci, evitando abbinamenti rischiosi e stucchevoli con pandoro e panettone, per tutto ciò che è a base di mandorla e frutta secca (torroni, croccanti, struffoli, pasta di mandorle, ricciarelli, cantucci ecc…) si va di passito con Jocalis 2008 Falanghina Passito Beneventano Igt Aia dei Colombi, uno dei vini dolci campani più performanti sui tempi lunghi grazie alla scelta iniziale di conservare l’acidità vibrante e tonica, a dimostrazione di come si possa fare davvero un ottimo lavoro con la falanghina passita nel Sannio.
Ma poichè le cene delle feste sono fatte, istituzionalmente, per esagerare, se proprio non sapete cos’altro stappare, vi consigliamo una soluzione davvero intrigante: il “nucillo ‘e curti”, realizzato con tecniche squisitamente artigianali e secondo i dettami della nostra migliore tradizione enogastronomica.
Il giorno successivo, per il pranzo di Natale potreste optare per soluzioni meno complesse ed articolate di quelle della Vigilia, scegliendo, ad esempio, un Taurasi o per un Aglianico del Taburno, vini più equilibrati dopo i bagordi della sera precedente. Per i dolci, invece, valgono le stesse identiche regole della vigilia.
Buon Natale!