Fede, folklore e tradizione: la Juta dei femminielli

Le immagini di un rito plurisecolare e l’omaggio a Mamma Schiavona

Tutto ciò che unisce è cultura, è amore. Questo è uno dei poteri di Mamma Schiavona”. E’ questo il pensiero principe della Juta dei femminielli a Montevergine, svoltasi il 2 febbraio al santuario irpino.

Migliaia di persone, provenienti da ogni parte d’Italia, si sono incontrate qui, sul sagrato del complesso per festeggiare il tradizionale e folkloristico omaggio alla “mamma di tutte le mamme”.

Sia l’attesa che l’ascesa sono state caratterizzate dalle classiche tammurriate, che hanno accompagnato la salita della “Scala Santa”, per i consueti 23 gradini.

Presenti alcune delle celebrità più importanti nel panorama musicale ed artistico della tammorre: all’immancabile paranza d’o liòn ha fatto seguito quella di Marcello Colasurdo, autentica icona e protagonista di questa festa, in connubio con la preghiera.

Qui il gruppo dei “femminielli” ha rinnovato la propria fede cattolica presentandosi in processione all’antica abbazia, dove ad accoglierli c’era “Mamma Schiavona”, la Madonna nera. Un rito che  si tramanda da secoli e che si rifà ad un’antica leggenda secondo cui due giovani omosessuali messi alla gogna dalla popolazione trovarono l’amore e la misericordia della Vergne che, commossa dalla loro vicenda e dal loro amore, li liberò e permise alla giovane coppia di vivere apertamente il loro sentimento di fronte ad un’intera comunità che, attestato il Miracolo, non poté far altro che accettare l’accaduto. Ecco perché Madonna Schiavona viene acclamata da tutti i fedeli come “Colei che tutto concede e tutto perdona”.

Presente alle celebrazioni è stata anche il parlamentare ed onorevole Wladimir Luxuria, ricordando che proprio in queste ore si discute sulle “unioni civili”: “Se Dio è amore – sottolinea Luxuria – e se Mamma Schiavona è amore, credo che l’amore lo riconosca ovunque. Perché dove c’è amore, c’è anche famiglia”. 

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