Un museo per ricordare “l’ultima cena di Pompei”

Un museo biologico con gli alimenti che erano sulle tavole al momento dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che distrusse Pompei e le zone limitrofe. L’inaugurazione di tale museo dovrebbe esserci, secondo indiscrezioni, in concomitanza con l’apertura dell’Expo di Milano ed avrà la sua sede a pochi passi dalle Terme del Foro, per una spesa dei 2 milioni di euro, i quali verranno presi dal fondo cassa per il “Grande Progetto Pompei”.

Nel museo troveranno posto tutte le collezioni che sono attualmente protette nelle camere climatizzare del Laboratorio. A partire dai materiali carbonizzati rinvenuti durante gli scavi. Per continuare con quelli vegetali con le stoffe carbonizzate, con le terre colorate, ritrovate ancora nei loro contenitori. E con i reperti botanici.

Il Laboratorio al cui posto sorgerà questo museo custodisce, una delle testimonianze bio – vegetali più rare e preziose al mondo, ovvero la collezione dei reperti organici e biologici (erbe, semi, frutti, legni, frammenti di tessuti, ossa e denti di animali) trovati negli scavi del 1748 in avanti. La raccolta, consistente in circa 1000 pezzi, fino a qualche anno fa era conservata in parte al Museo Nazionale di Napoli. Alcuni reperti sono particolarmente importanti, come quei pochi resti di una stoffa che al microscopio ha rivelato contenere strati di porpora e di oro. Secondo le ipotesi degli studiosi, si potrebbe trattare dei resti di una toga.

Accanto ai reperti vegetali c’è poi la raccolta malacologica, nella quale sono custodite tutte le conchiglie trovate negli scavi. E, ancora, materiali carbonizzati, come tessuti, corde e reti. Tra questi reperti c’è anche un nucleo di ossa di animali (come il toporagno) e tutti i residui di garum, la salsa a base di pesce azzurro macerato, rinvenuti nelle case o nelle officine di produzione, di cui la città era molto ricca.

In questo museo troverà posto anche la collezione delle ciotole di terracotta contenenti i colori utilizzati dagli artisti dell’epoca per decorare le pareti delle ricche domus cittadine, assieme ad una selezione di materiali lapidei (utilizzate all’epoca per impreziosire colonne, fregi di case e templi pompeiani) individuati nel corso dei lavori: questi stessi oggetti dell’esposizione verranno tutelati con camere climatizzate che, per la loro fragilità, necessitano di questi trattamenti, al fine di poter proteggere questi pezzi di storia, unici al mondo.

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