Il Laboratorio di Ricerche Applicate e il ‘tesoro’ di Pompei antica

Le attività e le recenti convenzioni con istituti di ricerca italiani e stranieri

La straordinaria importanza del sito archeologico di Pompei non sta solo nel fatto che la città si è conservata quasi per intero, nelle strutture e negli apparati decorativi, a causa di un evento tragico che ha interrotto la sua vita in un momento, ma anche per aver restituito materiali organici di straordinario interesse scientifico e in gran parte unici al mondo. È il particolare contesto anaerobico causato dai depositi dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che ha permesso la conservazione di tessuti, ossa, cibo, piante, legno. Tali caratteristiche si ritrovano nel deserto, nella torba o nel permafrost, oppure per il terribile e straordinario evento eruttivo che ha sepolto le città vesuviane in epoca romana.

Questi resti organici sono un serbatoio infinito di studi, approfondimenti scientifici, analisi che hanno permesso di scoprire i più minuti e nascosti aspetti della vita quotidiana degli antichi pompeiani. Le abitudini alimentari, la cucina, la cura per le piante e la coltivazione antica, le eventuali malattie di cui soffrivano, le produzioni, i costumi. Un mare magnum di approfondimenti che vanno nella direzione della vita comune, la vita di ogni giorno di quegli sventurati pompeiani grazie a cui oggi tanta parte della nostra storia non è più un segreto.

Esiste a Pompei un laboratorio destinato esclusivamente allo studio dei resti organici, naturalistici e vegetali pervenuti all’interno degli scavi dell’intera area vesuviana, è il Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza, una delle strutture di avanguardia in Campania, guidato oggi dal dott. Ernesto De Carolis e istituito nel 1994 con Fondi CNR dalla biologa naturalista Anna Maria Ciarallo, recentemente scomparsa. Attualmente il laboratorio ha sottoscritto convenzioni con istituti di ricerca italiani e stranieri afferenti a varie discipline.

Il Laboratorio si trova all’interno degli scavi e si occupa di una serie di attività di ricerca di natura conservativa, per la protezione e restauro dei reperti oltre che di ricerca conoscitiva per la ricostruzione degli ambienti naturali dell’area vesuviana prima dell’eruzione del 79 d.C.

Le principali attività del laboratorio riguardano lo studio dei reperti biologici, lo studio minero-petrografico e chimico-fisico dei materiali lapidei e litoidi, le attività di microscopia.

Il laboratorio possiede una Camera climatizzata in cui sono stati raccolti i reperti naturalistici scoperti sin dal 1950 e conservati fino a quel momento nei depositi di Pompei e Oplonti e una campionatura di quelli di Ercolano. L’ambiente è mantenuto costantemente a 18 ° con il 35% di umidità, fondamentale, per la conservazione dei reperti organici che non tollerano sbalzi di temperatura o umidità e sono carbonizzati o combusti. I parametri di conservazione della camera sono stati calcolati rispetto agli standard internazionali per la conservazione dell’Istituto Centrale del Restauro. Per gli addetti al mestiere e per gli appassionati è un luogo di incomparabile bellezza. Ma non la bellezza artistica a cui l’insegnamento accademico classico ci ha abituati, bensì una bellezza che sta nella semplicità dei contenuti e nell’incredibile interesse per le cose e gli oggetti conservati: fili di erba carbonizzati di Oplonti, fiori, conchiglie, legumi, garum, ossa, un cestino in vimini, un contenitore con gusci d’uova, pane, frutta secca, i meravigliosi colori con cui si decoravano gli affreschi pompeiani, tra i più belli al mondo. I rossi, le ocre, l’azzurro proveniente dall’insula I di Pompei, di straordinario interesse per ricostruire le attività di produzione dei colori stessi, di origine naturale e vegetale. È possibile vedere nel laboratorio anche una tavoletta cerata utilizzata per scrivere.

Le convenzioni attualmente in atto permettono al Laboratorio non solo di continuare il lavoro di analisi sulle relazioni tra archeologia e botanica ma anche di supportare vari studi di approfondimento con stage e tirocini. Continua da 20 anni la convenzione con l’azienda vitivinicola Mastroberardino di Atripalda che ha in concessione le aree destinate a vitigni all’interno degli scavi, in cui le viti sono state reimpiantate seguendo le tracce e i metodi antichi. 

Recente è la convenzione con l’Ordine Nazionale dei Biologi per l’analisi dei rischi e dei danni – o delle eventuali opportunità – correlati alla presenza di microrganismi sui reperti. Firmata il 10 ottobre 2014 tra il Soprintendente Prof. Massimo Osanna e il Presidente Nazionale dell’Ordine dei Biologi dott. Ermanno Calcatelli, la convenzione permetterà di svolgere analisi biologiche degli organismi presenti sui reperti, utilizzando microscopi, laser scanner per elaborare programmi e modelli digitali, studiare gli apparati decorativi, i calchi in gesso, i contesti di produzione tenendo sempre come costante riferimento la documentazione storica delle aree archeologiche.

Il progetto prevede l’assegnazione di tre borse di studio biennali per biologi finanziate dall’Ordine Nazionale dei Biologi successivamente ampliate ad altri con sovvenzionamenti pubblici e privati.

La convenzione con l’Università La Sapienza, dipartimento di Scienze dell’antichità, in collaborazione con Curt-Engelhorn-Zentrum Archaometrie gGmbH per lo studio dei tessuti conservati nella camera climatizzata e con l’Università del Sannio per lo studio del territorio circostante Pompei e la linea di costa del Sarno. Ancora una convenzione con l’Università IUAV di Venezia per la classificazione dei reperti lapidei presenti a Pompei.

Particolarmente interessante per i fini didattici anche la convenzione con l’Istituto Superiore “Vesevus – Cesaro” di Boscoreale che impiegherà per l’intero anno scolastico alcune classi per attività pratiche all’interno degli scavi nelle aree del Vivaio, Orto Botanico e Orto Didattico

In corso una progettazione per lo studio dei legni bagnati di Moregine, in collaborazione con il Prof. Marco Fioravanti dell’Università di Firenze del Dipartimento di Gestione Sistemi Agrari, Ambientali e Forestali.

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