Renzo Piano progetta il museo di Ercolano

L’architetto Renzo Piano firma il nuovo museo di Ercolano. A pagare sarà David W. Packard il filantropo americano, cittadino onorario di Ercolano, che da 14 anni finanzia le attività di restauro e valorizzazione del sito archeologico.

Altra importante notizia per il sito vesuviano dopo la possibilità di leggere i papiri carbonizzati senza srotolarli (e quindi in maniera non invasiva e distruttiva) con tecniche virtuali  grazie allo studio del gruppo coordinato dal fisico Vito Mocella dell’Istituto per la Microelettronica e Microsistemi (Imm) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) a Napoli.

La volontà di dotare Ercolano di un museo è nata immediatamente in Packard ed ora, grazie all’incontro con Renzo Piano che ha firmato alcune opere negli Stati Uniti, potrà trovare compimento.

Il museo dovrà ospitare i reperti attualmente presenti nei depositi, tra cui grandissima importanza rivestono i reperti organici che si sono conservati grazie al particolare microclima creatosi nei depositi eruttivi che hanno seppellito la città antica. Non solo cibo, reti, cesti, alberi, travi ma anche i gioielli in oro rinvenuti tra il 1980 e il 1984 sugli scheletri dei trecento ercolanesi rinvenuti in procinto di salpare dal porto per fuggire dalla città ormai in preda alla distruzione operata dal Vesuvio nel 79 d.C.

L’architetto genovese ha effettuato il sopralluogo nel sito per valutare l’area di destinazione del contenitore museale. Si tratta di un’area alle spalle dell’attuale Padiglione dove è conservata la barca e altri resti provenienti dall’area portuale della città antica. La struttura potrebbe essere rimossa e sostituita dal nuovo museo, che come riportato da Antonio Ferrara su La Repubblica, dovrebbe essere seminterrato in modo da avere un impatto ambientale minimo e sul tetto potrebbe essere collocata della vegetazione come già sperimentato dall’architetto genovese al Vulcano Buono di Nola o all’Academy of Sciences di San Francisco.

Verrà dato spazio anche ai depositi per conservare e restaurare i materiali antichi sotto la guida degli archeologi Maria Paola Guidobaldi e Domenico Camardo. Il prossimo mese è prevista la consegna dei primi documenti progettuali.

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