Una suggestiva insenatura, protagonista di leggende e oggetto di numerose dispute
L’incantevole isola di Ischia è uno scrigno di tesori culturali e leggende misteriose. A sud-est dell’isola è situata una piccola grotta, un tempo caverna e rifugio per i pescatori, protagonista di leggende e suggestivi misteri. La Grotta del Mago, così soprannominata, sembra essere per gli isolani, il luogo più stregato della loro terra.
Pare che la grotta compaia e scompaia tra le insenature delle pareti rocciose. Gli anziani isolani, raccontano che i pescatori sostavano nella piccola insenatura a causa del mare in tempesta e che spesso era capitato loro di intravedere, tra gli scogli, un uomo dalla folta barba bianca. Solitamente, dopo un temporale, è facile che la cattura del pesce sia più fortunata, ma terminata la tempesta, i pescatori, usciti dalla grotta, attribuivano sempre i successi della loro pesca ai magici poteri del mago. Altri voci invece, raccontano di esseri mitologici dal corpo sinuoso che si aggiravano tra le rocce.
Sembra che, incuriositi dalle storie che si raccontavano, in molti siano ritornati alla caverna nella speranza di contrare il gigante mago, ma i fortunati visitatori invece, udirono voci di donne, probabilmente sirene. Tre fanciulle che narravano, per chi era capace di ascoltarle, attraverso il canto la nascita, la vita e la morte.
Ma la grotta del Mago, è avvolta ancora da un’altra leggenda. Questa volta, una storia d’amore. Si narra che una principessa saracena, innamorata di un principe cristiano, scappò dal padre che voleva darla in sposa al suo Gran Visir, e si rifugiò presso la grotta. Il mago, tentò, con l’aiuto delle sue arti magiche, di liberare il principe che era stato intanto fatto prigioniero, per farlo ricongiungere con la sua amata. Il gigante buono fu mortalmente ferito durante uno scontro con il Gran Vis. Il suo spirito, secondo il mito, aleggia nella grotta in attesa di esaudire almeno tre desideri a chiunque entri nell’insenatura ed abbia un cuore puro. La romantica e suggestiva grotta, nel passare degli anni ha assunto svariate denominazioni: Grotta di terra, Grotta del sole, Grotta D’argento.
Intorno agli anni 30 la grotta fu argomento di dibattito tra dotti. Secondo un gruppo di professori, tra cui l’ingegnere napoletano Nicola Ciannelli, le forme e le caratteristiche della grotta facevano risalire alla celebrazione di culti magico religiosi, legati alla divinità del sole. L’archeologo Giorgio Buchner ed il vulcanologo tedesco Immanueln Friedlander (autore di importanti studi sulla solfatara di Pozzuoli) sostenevano, invece, che la conformazione geologica delle rocce, collegata agli effetti dell’erosione marina avessero conferito in modo naturale la forma di caverna all’ambiente. La disputa ebbe riscontri giornalisti ed accademici, ma fortunatamente, nonostante i numerosi studi, la grotta conserva ancora oggi quel fascino naturale. Una bellezza che è possibile ammirare soltanto da via mare.