De Sica e lo straordinario amore per “L’Oro di Napoli”

Il regista nacque il 7 luglio 1901 a Sora. Ripercorriamo i film cult della cinematografia mondiale

Un amore viscerale per Napoli tanto da utilizzare a “prestito” uno dei volumi cardini della storiografia partenopea per raccontarne con occhio attento e mai banale le contraddizioni, la suggestione e il fascino dei suoi luoghi.

Uno dei massimi esponenti dell’età dell’oro della settimana arte Made in Italy. Nato a Sora il 7 luglio del 1901, in provincia di Frosinone, da madre napoletana, forte era il suo spirito partenopeo che ha manifestato in diverse delle sue pellicole.

Era lui lo scapolone ex Maresciallo dei Carabinieri chiamato alla guida dei Vigili Urbani di Sorrento in “Pane Amore e”.

Ma il film che senza ombra di dubbio ha rappresentato il suo amore per Napoli, è datato 1954, e “L’oro di Napoli” tratto da una raccolta di racconti di Giuseppe Marotta. Un poker di attori: Totò, Vittorio De Sica, Eduardo De Filippo, Paolo Stoppa e due regine come Sophia Loren e Silvana Mangano, ci mostrano in cinque storie l’essenza della “napoletanità”. Tra gli episodi più famosi “Il guappo” dove Totò spera finalmente di essersi liberato di un prepotente che da dieci anni si è installato a casa sua, “Il professore” dove il grande Eduardo è un maestro nell’arte del “pernacchio” e “Pizze a credito” con la Loren moglie infedele. I personaggi di Totò, della prorompente Loren e soprattutto di De Filippo, sono entrati nella memoria collettiva.

Vittorio De Sica amava Ischia e non perdeva mai occasione di trascorrere le vacanze lì. Egli affermava che l’unico motivo per cui non si trasferiva nell’isola del golfo di Napoli definitivamente, era perché a Ischia non vi era alcun Casinò.

Nella sua bacheca ben quattro Oscar al miglior film straniero nel 1948 con Sciuscià, due anni dopo con Ladri di Biciclette, nel 1965 con Ieri, Oggi e Domani, dove Napoli ritorna location d’eccezione per il primo episodio intitolato Adelina è scritto da Eduardo De Filippo. La vicenda, realmente accaduta, ambientata a Napoli nel quartiere di Forcella negli anni cinquanta, è quella di una venditrice abusiva di sigarette, Adelina Sbaratti nel film interpretata da Sophia Loren, che, per non essere arrestata, ricorre ad una lunga serie di maternità. Il carcere sarà evitato fino a quando il marito Carmine (Marcello Mastroianni) non cederà sessualmente a tutta questa lunga serie di maternità. L’ispirazione nasce dalla storia vera della contrabbandiera napoletana Concetta Muccardi, che per non andare in carcere ebbe ben 19 gravidanze, 7 delle quali finite con la nascita di figli: la donna continuò il suo “mestiere” di venditrice di sigarette di contrabbando fino alla morte, avvenuta il 21 novembre del 2001 all’età di 78 anni.

L’ultima statuetta arriverà nel 1972 per “Il giardino dei Finzi-Contini”. Vittorio De Sica si spense a 73 anni in seguito a un intervento chirurgico per curare un tumore ai polmoni di cui soffriva, all’ospedale di Neuilly-sur-Seine, presso Parigi: nello stesso anno, Ettore Scola gli dedicò il suo capolavoro C’eravamo tanto amati.

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