Un piatto semplice e contadino, una via di mezzo tra una frittata e un’omelette
I ricordi dell’infanzia non hanno confini, ma di certo ambientazioni particolari. Per molti la casa dei nonni è la più frequente.
A parte le ginocchia sbucciate andando in bicicletta, molti dei miei, di ricordi, sono legati alla cucina. Ho vissuto (felicemente) per diverso tempo in una zona collinare di Castellammare di Stabia, provincia di Napoli, circondata da ampi terreni e animali di vario genere. Le uova per dirne una, come il formaggio, non mancavano mai in casa.
Il filoscio ad esempio, era un piatto che si consumava spesso a tavola dai nonni. Così a volte, un nome che da bambini risultava difficile da ricordare o pronunciare, da adulti diventa uno splendido ricordo da mangiare, con qualche consapevolezza in più. Il filoscio è un piatto napoletano povero e contadino, nel senso che bastano pochi ingredienti per cucinalo e ancora meno tempo. Ma un piatto ricco e nutriente allo stesso tempo, dato la quantità di formaggio e di uova da utilizzare. Ottimo da mangiare accompagnato da una fresca insalata, anche se in tanti, lo consumano mettendolo nel pane. Una via di mezzo tra una frittata e un’omelette, ma il filoscio è una frittata sottile che si cuoce da un solo lato e poi si ripiega su se stessa. Il nome è la traduzione napoletana del termine francese Filoche. E’ un piatto rapidissimo da cucinare ed una giusta soluzione anche per chi in cucina non ha poi tutta questa fantasia.
Non è un filoscio se si aggiungono ingredienti altri e se la mozzarella non fila. Di seguito la ricetta:
Ingredienti per 2
4 uova
100 gr di mozzarella (meglio del giorno prima)
sale
pepe
olio evo
Procedimento. Sbattete le uova con sale e pepe. Scaldare un filo d’olio in una padella e versare all’interno le uova. Quando le uova vi sembreranno cotte, mettere su di un lato la mozzarella, chiudere a mezzaluna o entrambi i lembi portandoli verso il centro. Cuocere ancora pochi minuti, servite il filoscio caldissimo con la mozzarella che fila.