L’eroe di Roscigno: la storia di Giuseppe Spagnuolo

Unico, libero, abusivo e speciale: la voce del primo cittadino del terzo millennio roscignolo

Si resta da subito colpiti dall’atmosfera del posto. Roscigno Vecchia è un po’ come fermarsi indietro nel tempo. Arrivi nella piazza principale del borgo abbandonato, da un lato la chiesa, di fianco la Pro Loco ed il Museo del borgo. Poi ti volti e noti una persona: affacciato al balcone, con il suo sguardo telegenico, forte e rassicurante.

Entri a casa sua e sembra che davvero nulla sia cambiato da quando, a seguito di alcune ordinanze datate nientemeno che 1902 e 1908, il paese fu dichiarato inagibile in quanto franoso ed a rischio epidemie. Ecco allora che si decise di fare un perimetro nuovo, un nuovo borgo da cui ripartire.

Giuseppe “Libero” Spagnuolo invece, è rimasto qui: dopo una parentesi lombarda come aiutante carpentiere, ha deciso di essere l’ultimo abitante di un paese in cui non è rimasto nessuno. “Alcuni sono venuti qui – ci racconta ‘Libero’, facile immaginare il perché di questo soprannome – dicendomi che hanno visto le mie fotografie fino a Dubai”. Ed effettivamente è così, visto che questa testimonianza è raccolta, assieme alle altre visite registrate, in un libretto che custodisce gelosamente, in cui raccoglie praticamente tutto di quelli che decidono di far visita a Roscigno Vecchia.

“Questo paese – spiega Giuseppe Spagnuolo – negli anni ’80 non era sulla carta topografica. La Sovrintendenza l’ha chiamata la Pompei del ‘900. Addirittura i proprietari di questi edifici sono rimasti quelli del ‘700. Hanno lasciato tutto così, in uno stato di abbandono, quando avrebbero potuto inventarsi mille altre cose per rendere questo borgo ancora più incantevole. Un cantiere scuola, un museo a cielo aperto, una location per un presepe vivente, e non limitarlo a qualche apparizione sporadica di qualche pellicola cinematografica”.

E dopo averci fatto visitare il museo, che raccoglie attrezzi ed utensili che servivano per l’agricoltura e per la faccende domestiche di tutti i giorni, ci porta su una panchina, dinanzi alla chiesa abbandonata e spiega: “Qui ci troviamo a 40 km dal mare, vicino abbiamo una meraviglia della natura come le grotte di Pertosa. Un patrimonio spaventoso, peccato che a noi manca la cultura dei beni. Dobbiamo imparare ad averne, solo così potremo sfruttare questi posti incantevoli”.

Roscigno Vecchia è inserita nel Patrimonio dell’umanità UNESCO è a disposizione di tutti ed ha un custode d’eccezione, costruendosi una realtà fatta di cose semplici, genuine e naturali. “Ultimo abitante di Roscigno? No – ci tiene a precisare – sono il primo del terzo millennio. Libero, abusivo e speciale”. Una persona squisita e cordiale, che mette i visitatori a loro agio, sempre disponibile a scambiare due parole, raccontando diversi aneddoti relativi al luogo e alle zone circostanti. Per la sua scelta di vita, non posso che definirlo un “eroe”.

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