Lucia Franco: “Dopo il blocco, puntiamo ad una riqualificazione della professione”

Anche il turismo si dovrà porre delle domande in merito a un nuovo modello di sviluppo

“L’ultima visita guidata, prima della quarantena, mi ha visto condurre un gruppo di non vedenti in giro per Napoli, un’esperienza difficile da gestire, ma sono convinta che un tour non è solo un prodotto commerciale, ma un modo interessante e talvolta educativo di vivere i suoi mille luoghi e le sue mille sfumature, attraverso la sperimentazione di nuovi linguaggi e altri sensi”.

Lucia Franco, guida turistica originaria di Napoli, ci racconta con grande emozione le ultime passeggiate con i turisti prima della quarantena, un processo – come lei lo definisce – che ha influenzato gradualmente la sua vita e che ancora oggi mantiene fermi i sui progetti.

“Ricordo ancora le cancellazioni a valanga provenienti dalle agenzie e l’incertezza degli ultimi clienti ancora scettici. Oggi sono in contatto con molti turisti del Nord Italia, che mi scrivono anche solo per condividere con me la realtà devastante che stanno vivendo”.

Il contatto diretto e quotidiano con i clienti delle regioni settentrionali è per Lucia di grande aiuto, un loro piccolo sfogo le infonde coraggio e le riporta alla mente i bei ricordi vissuti insieme.

“Quando tutto sarà finito le associazioni di Guide dovranno avere un dialogo incisivo con il Governo per la riqualificazione della professione e una tutela più solida per una categoria che contribuisce con passione e dedizione ad una buona immagine dell’Italia nel mondo e alla valorizzazione del suo patrimonio artistico e culturale”.

Per Lucia è necessario: “Cercare nuovi equilibri di convivenza tra uomo e Natura. Anche il turismo dovrà rivedere il suo modello di sviluppo, privilegiando esperienze di conoscenza del territorio che siano in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali, in modo tale che essi siano i beneficiari e non le vittime dello sviluppo”.

“Dopo la guerra c’era una voglia di ballare che faceva luce” – affidandosi alle parole di Guccini, Lucia spera di poter riabbracciare presto la sua Napoli, con le sue contraddizioni e il suo caos creativo, stimolo fondamentale per il suo lavoro.  

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