Una delle domus più grandi, ricche e sfarzose della città antica, simbolo dell’opulenza travolta dal Vesuvio
Si tratta di una delle domus più importanti ed eleganti ritrovate a Pompei. La Casa del Fauno prende il nome dalla statuetta in bronzo posto al centro dell’impluvium, la vasca atta a raccogliere l’acqua piovana. Che raffigura una creatura silvana nell’atto di danzare.
Parliamo di una delle più grandi e raffinate costruzioni dell’area, sorge a pochi passi dalla Casa dei Vettii e si estende su un’area di circa 3mila metri quadri finendo così per occupare quasi l’intera dodicesima insula della sesta regio degli scavi. Al suo interno, dopo l’atrio e il tablinio, tra i due peristili, fu ritrovato uno dei simboli più importanti di Pompei, il famoso mosaico che rappresenta la battaglia di Isso tra i macedoni di Alessandro Magno e i persiani di re Dario, che è oggi custodito al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La scoperta del mosaico avvenne nell’ottobre del 1831, si stima che per comporlo sia stato necessario utilizzare un milione e mezzo di tessere. È un’immagine che è diventata iconica: Alessandro, in sella al suo cavallo, è a volto scoperto, senza elmo guarda concentrato i persiani suoi nemici e si lancia all’assalto delle lunghissime aste dei Medi. Dario, a bordo di un carro, sembra fuggire impaurito di fronte alla divina potenza del Macedone. I cavalli neri, alle sue spalle, paiono cercare una via di scampo, i suoi soldati, con la testa malamente coperta da turbanti hanno gli occhi pieni di spavento, come il loro re.
Non c’è solo questa splendida testimonianza dell’arte antica nella Casa del Fauno, anzi. Alle pareti rappresentazioni esotiche di soggetti che gli esperti chiamano nilotici, scene cioé che raffigurano soggetti ricollegabili alla suggestione egizia e, quindi, al fiume Nilo. In ogni stanza c’è un “simbolo” e un mosaico: tra i più noti e pregevoli, le raffigurazioni delle colombe che rubano quella che assomiglia a una collana di perle da uno scrigno e quella del gatto che mangia la pernice.
La costruzione risalirebbe al terzo secolo avanti Cristo, poi negli anni fu progressivamente ampliata, giungendo a ospitare delle autentiche terme domestiche (dotate di tepidarium e calidarium) oltre ai quartieri per la servitù e persino una stalla in cui furono ritrovati i resti di quattro uomini e due buoi. La Casa del Fauno, una delle più fastose, simbolo dell’opulenza che ebbe l’antica città, fu sepolta durante l’eruzione del 79 d.C.