
La tradizione natalizia del paese irpino che dedica un albero maestoso a Santo Stefano
Il Natale a Baiano, in provincia di Avellino, inizia il 13 dicembre, nel giorno di Santa Lucia, quando, al buio, i cittadini si raccolgono per “a mess’e notte”.
Questa messe notturne durano fino al giorno di Natale, quando il piccolo paese si anima per una tradizione dalla lunga e coinvolgente storia, la Festa del Maio, una tradizione popolare e contadina legata all’albero tagliato e “sacrificato” a Santo Stefano davanti la chiesa madre.
Ad occuparsi di mantenere viva questa usanza è il Comitato Maio che si impegna per la buona riuscita dell’evento religioso e popolare che coinvolge l’intera comunità e che affonda le radici in epoca pagana, da cui probabilmente trae anche il nome in correlazione con la primavera (Maio-Maggio).
Dal giorno di Santa Lucia i baianesi si raccolgono alle 5.30 del mattino per la santa messa. Questo orario non è casuale perchè un tempo, dopo la messa, i contadini si recavano nei campi per iniziare la lunga giornata di lavoro.
Durante la sera della Vigilia di Natale il paese si anima per la processione del Bambin Gesù, che nascerà in un cortile dove è allestita la grotta. Il corteo attraversa le strade cittadine, i tortuosi vicoli dei “vesuni”, tra il frastuono dei botti e dei canti religiosi, per recarsi presso la Chiesa di Santa Croce dove si celebra la messa.
Nel corso della celebrazione si benedicono le carabine e gli utensili che serviranno al taglio dell’albero, scelto nel bosco e segnato con due grandi esse di colore rosso.
La notte di Natale spetta ai “mannesi”, le persone più esperte che si avviano nel bosco accompagnati dai giovani, di recidere l’albero segnato con le esse di Santo Stefano.
L’albero viene prima tagliato e scortecciato, mentre sul posto si festeggia con vino e carne arrosto, e poi viene condotto giù per la montagna, inizialmente con un camion e poi con un carretto trainato da due cavalli, accompagnato dal corteo dei boscaioli e da persone in abito folcloristico, per giungere, finalmente, dinanzi la Chiesa di Santo Stefano.
Ma il corteo non termina qui, seguono alcuni ragazzi con dei tamburi e uno stendardo con la scritta “Antico gruppo Avancarica Baianese” e le carabine che esplodono colpi accompagnando la processione. Successivamente, i giovani saltellano e cantano seguiti dal carretto dove è adagiato l’albero.
Ad attendere la folla festante c’è il parroco, pronto a elargire la benedizione al Maio di Santo Stefano, al suono della canzone a lui dedicata ‘Oi Stefanì’.
Finalmente l’albero benedetto finisce la sua traversata e viene issato nel piazzale per mezzo di cinque funi tirate in direzioni diverse. L’albero è poi assicurato in una cavità nel suolo, in modo da rendere più stabile il tronco.
In questo momento i botti e i canti terminano, tutto tace e si inizia ad elevare l’albero per dare inizio alle celebrazioni del Natale Baianese. La folla esplode in un applauso accompagnati dal suono delle campane.
A questo punto Roberto Colucci ha il compito di sciogliere la fune centrale legata in mezzo al tronco, per cui sarà necessario che si arrampichi verso la cima per slegare il nodo. Quando tutto è pronto si grida festanti “Evviva o Maio e Santu Stefano”.
Il pomeriggio giorno di Natale si accende il falò propiziatorio lungo lo stradone di Santo Stefano dove si riversano gruppi di persone che cantano e lanciano petardi, cercando i “sarcinielli” (le fascine) da deporre intorno al Maio per accendere un enorme falò.
Il fuoco non toccherà l’albero che, successivamente, verrà venduto e il cui ricavato sarà dato in beneficenza per la parrocchia.
Questo sarà l’ultimo appuntamento, prima della Processione nel giorno di Santo Stefano, il Santo Patrono, per le strade del paese.