Il nome ricorda una figura del presepe, mentre la forma evoca le stelle della Notte Santa
In questo periodo si sente nell’aria quel profumo di festa che, un po’ tutti noi, siamo ben lieti di accogliere: le strade scintillano di luci, si scorgono addobbi natalizi in ogni angolo e, ovviamente, i dolci natalizi – roccocò, raffiuoli, susamielli e cassatine, cominciano a riempire pasticcerie e gastronomie.
Tra i numerosi dolci legati alla tradizione natalizia in Campania, nello specifico in Cilento, ci sono le “pastorelle” di Cuccaro Vetere, un borgo arroccato sulla sommità di una bassa collina, il cui centro domina verso sud-est il corso alto del torrente Lambro e le vallate sottostanti che degradano dolcemente verso il mare di Palinuro.
Tutt’intorno al paese vi è una distesa verdeggiante di ulivi, mentre, alle spalle del centro abitato si estendono boschi secolari di castagni, querce e pinete che emanano il caratteristico profumo di resina.
Fin dall’antichità la coltura delle castagne ha caratterizzato l’economia del luogo. Questo frutto ricorre tuttora nei pasti quotidiani e nelle specialità gastronomiche di Cuccaro.
Un tempo, infatti, il cibo di ogni giorno era la “zuppa di castagne e fagioli”, semplicissima nella sua preparazione ma ricca di sostanze nutritive.
Anche per le pastorelle l’ingrediente principale, ovviamente, è la castagna. Il nome, probabilmente, ricorda qualche giovane e bella ragazza del luogo o una figura del presepe, mentre la forma evoca le stelle della Notte Santa.
Questa la ricetta
Per il ripieno
1 Kg di farina di castagna
500 g di cioccolato fondente
200 g di zucchero
1 buccia di limone grattugiato
Impasta gli ingredienti fino a ottenere una crema da utilizzare per il ripieno della pastorella.
Per la sfoglia
1 kg di farina
Olio extra vergine di oliva
Acqua
La preparazione
Tirare la sfoglia e ricavarne dei cerchi. Appoggiare sul cerchio l’impasto e chiuderlo con un altro disco di pasta. Pizzicando i bordi del fagottino, dare la forma di una stella.
Friggere in olio abbondante fino a doratura.
Scolare su carta assorbente e lasciare raffreddare.
Colare un po’ di miele di castagno e decorare con confettini colorati.
In abbinamento un passito, Jocalis 2008, falanghina passito igt beneventano, azienda agricola Aia dei Colombi, falanghina 100%, periodo di raccolta seconda decade di ottobre, appassimento delle uve sui graticci fino a metà dicembre, invecchiamento 18 mesi in botti di rovere francese, 6 mesi in bottiglia. Intenso e persistente, fresco con note di frutta sotto spirito perfetto sulla pasticceria campana.