La villa urbana è organizzata intorno al grande giardino
Il vasto complesso della Praedia di Giulia Felice sorse alla fine del I secolo a.C. con l’accorpamento di costruzioni preesistenti e si presenta come una vera e propria villa urbana organizzata intorno al grande giardino ornato dal lungo euripo e in cui un bellissimo porticato con pilastrini di marmo disimpegna gli ambienti di rappresentanza.
Dopo il terremoto del 62 d.C. la grande residenza di Pompei fu interessata da un rinnovamento unitario voluto dalla sua proprietaria, Giulia Felice, che decise di locare parte della proprietà con tanto di annuncio dipinto sulla facciata di Via dell’Abbondanza e oggi conservato al Museo Archeologico di Napoli: In praedis Iuliae Sp.f. Felicis locantur balneum, venerium et nongentum, tabernae, pergulae, cenacula ex idibus Aug(ustis) in idus Aug(ustas) sextas, annos continuos quinque S(i) Q(uinquennium) D(ecurrerit) L(ocatio) E(rit) N(udo) C(onsensu).
Il testo, che menziona la proprietaria, forse discendente da un ramo di liberti imperiali, allude alla durata del contratto d’affitto: per cinque anni con inizio e scadenza al primo agosto, ma, soprattutto descrive i locali termali e le sale per banchetti e per la mescita di cibo e bevande che ancora oggi si possono vedere lungo Via dell’Abbondanza, parte della grande residenza.
Al periodo post-sisma risale un unitario rinnovamento decorativo che interessò gran parte degli ambienti, tra i quali spicca il triclinio (sala da pranzo) estivo, rivestito a mo’ di grotta, con giochi d’acqua attorno ai letti conviviali e aperto sul portico scandito da pilastri marmorei. Il giardino munito di un euripo centrale (lungo canale) ricreava nel suo allestimento originario uno spazio idillico-sacrale. La casa, scavata e poi ricoperta al termine delle esplorazioni di età borbonica, è stata interamente portata alla luce negli anni ’50 del Novecento.