Semplice, buona e… napoletana: la pastasciutta

Da Totò a Pulcinella, sempre presente sulle tavole dell’arte made in Napoli

Un piatto veloce, quasi un cult della tradizione napoletana, presente in molte delle scene storiche dell’arte napoletana: dal mito di Pulcinella al “principe della risata” Totò in “Miseria e nobiltà”, sono tanti i personaggi che nelle loro rappresentazioni hanno scelto questo piatto per rappresentare il simbolo gastronomico della napoletanità: la pastasciutta.

Una preparazione tipica della cucina italiana, di uso molto frequente come primo piatto, la pastasciutta è costituita da un qualsiasi tipo di pasta alimentare, anche se è preferibile lo spaghetto , industriale o fatto in casa, cotta in acqua bollente e salata, scolata e poi variamente condita: noi però suggeriamo il classico pomodoro pelato, magari un San Marzano Dop.

Anche per i novizi della cucina può risultare un piatto di facile riuscita. Ecco allora alcune regole fondamentali per la sicura buona riuscita del piatto. Ottenere un buon piatto di pastasciutta non è solo merito del condimento ma in gran parte dalla qualità della pasta e dalla cottura. Basta ricordare che per ogni etto è necessario un litro d’acqua e che il sale, grosso, deve essere aggiunto quando l’acqua bolle nella proporzione di 10 – 12 grammi per litro.

Anche la pentola è importante: il fondo deve essere largo, i bordi non troppo alti e deve essere abbastanza capace in modo che il calore si diffonda rapidamente. Inoltre, la pasta, una volta buttata, deve riprendere velocemente l’ebollizione. Quindi, versare lo spaghetto al momento di bollo dell’acqua e rimescolare subito con un forchettone di legno per evitare che si aggrumi. Nel caso in cui si scelga un tipo di pasta all’uovo, basta unire un filo d’olio per impedire che si incolli.

Cuocere la pasta a pentola scoperta e a fiamma vivace. Rispetta il tempo di cottura riportato sulla confezione anche se, con una certa esperienza potrai verificare la cottura “a occhio”. Calcola una porzione di 80 – 100 grammi a testa e, altro piccolo segreto, ricordarsi di conservare un paio di cucchiai dell’acqua di cottura per amalgamare bene il sugo. E buon appetito!

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